In Afghanistan, dove "la cornice di sicurezza si è mantenuta estremamente precaria", "resta elevato il livello della minaccia" per i militari italiani. I rapporti dei Servizi segreti abbondano di elementi concreti. Nella relazione sullo stato della sicurezza consegnata qualche settimana fa al Parlamento, la nostra intelligence ha evidenzatoi come "gli elementi di criticità del 2011 sembrano destinati a perdurare nel breve-medio termine". Ciò vale, secondo i Servizi, anche per il processo di transizione, che "rischia di fallire in assenza di adeguati progressi in tema di governance e sviluppo socio-economico".
L'Afghanistan, si legge ancora nella relazione, "sembra destinato a essere ancora teatro di offensive da parte degli insorti (termine generico che abbraccia il composito mondo di coloro che sparano contro gli occidentali: talebani veri e propri, milizie al servizio dei signori della guerra, bande di narcotrafficanti, criminali comuni, ndr). Questa situazione continua a mettere a rischio di azioni ostili il personale straniero, militare e civile, operante a vario titolo sul territorio, incluso il contingente italiano".