L'Africa non esiste, diceva il famoso giornalista e viaggiatore polacco Ryzsard Kapuscinki. Esistono tantissime Afriche, un mosaico straordinariamente composito, variegato di nazioni, popoli, idiomi, culture. Un continente ricchissimo, pieno di sfumature, contrasti, sfaccettature. È la convinzione che anima, fin dalla sua nascita cento anni fa, Rivista Africa, bimestrale impegnato a raccontare il volto meno conosciuto del continente nero, aldilà di luoghi comuni e stereotipi crstallizzati. Fondata nel 1922 dai Missionari d'Africa, meglio conosciuti come Padri bianchi, Rivista Africa festeggia il suo primo secolo di vita con una rassegna, "100Afriche", che si svolge dal 17 al 19 giugno a MIlano, presso il C.I.Q. - Centro internazionale di quartiere (dove la rivista ha la sua sede). Tre giorni di festa dedicati al continente africano, tra arte, danza, perfomance musicali, gastronomia, fotografia, cinema, presentazioni di libri, laboratori per bambini. Fra gli appuntamenti, il Premio a favore dell'attivismo civico in Africa dedicato a Raffaele Masto, giornalista e scrittore, tra i più grandi conoscitori e narratori del continente africano, scomparso nel 2020 (tutti gii eventi - dove non espressamente indicato - sono gratuiti. Il programma si trova sul sito https://www.africarivista.it/100afriche/)
«Dalle origini della rivista ad oggi abbiamo sempre custodito la missione di denunciare i contrasti, le contraddizioni, le grandi tragedie del continente dimenticate dai grandi media, ma senza rinunciare a raccontare il bello dell'Africa, la sua vivacità e vitalità, le tante belle storie che ci parlano di una società civile dinamica, in fermento, desiderosa di riscatto e che noi colpevolmente ignoriamo», spiega Marco Trovato, 49 anni, direttore del bimestrale da una decina di anni, appassionato di Africa dall'età di 17 anni, quando è approdato nel continente per un campo di lavoro in Kenya. «Africa è una rivista fatta di reportage e notizie che andiamo a prendere sul posto: lavoriamo molto con corrispondenti e inviati per rimanere ancorati a un continente che sta cambiando tantissimo, per coglierne le pulsioni. Non ci accontentiamo delle informazioni generalmente diffuse. Siamo convinti che questo continente sia molto meno dannato e scontato di quanto vogliano farci credere».
Indubbiamente l'Africa ha enormi problemi e ha bisogno di solidarietà e impegno umanitario. «Però l'Africa non ha bisogno di benefattori, ma di partner, di gente che prima di tutto creda nelle potenzialità di questo continente. Dobbiamo abbandonare lo sguardo intriso di pietismo così come di esotismo. Siamo di fronte a un continente che ha ricchezze e risorse straordinarie, a partire dalla sua gente, i suoi giovani: pensiamo che il 70% degli africani ha meno di 25 anni. Una generazione in pieno fermento, globalizzata, che ha tutte le potenzialità e capacità per cambiare la narrazione del continente».
Oggi l'editore di Rivista Africa è Internationalia Srl, una società editoriale creata da un gruppo di giornalisti indipendenti che provengono dall'esperienza della storica agenzia missionaria Misna. Ma il bimestrale ha custodito l'eredità dei fondatori, i Padri bianchi, e conervato il legame con lo spirito missionario che ha guidato la nascita della rivista. «Io devo molto ai Padri bianchi», conclude Trovato, «per la fiducia che hanno riposto in me. In particolare devo molto a padre Paolo Costantini, che è stato direttore prima di di me e che ha creduto fortemente nella possibilità di dare un futuro alla rivista staccandola dai Missionari d'Africa e immaginando una vita indipendente per la rivista. Nonostante il momento di crisi per il mondo dell'editoria, Rivista Africa sta crescendo molto, il numero degli abbonati è aumentato e siamo diventanti un punto di riferimento per gli appassionati del continente africano in Italia».