Vero
L’agopuntura può essere associata alla medicina occidentale.
In genere, le due medicine vengono utilmente associate nelle affezioni croniche, che obbligano il paziente ad assunzioni di farmaci per lungo tempo, con effetti collaterali inevitabili nel lungo periodo.
Funge da strumento di sedazione in particolari interventi.
Vero, soprattutto nel corso di piccoli interventi chirurgici o di indagini strumentali quali colonscopia, cistoscopia, ecc. Ancora più rilevanti sono le applicazioni di tipo anestesiologico negli interventi chirurgici, specie quelli sul capo, sul collo, in chirurgia addominale. Proprio per questo, l’agopuntura con finalità anestesiologiche è l’unica medicina complementare erogata a carico del Servizio sanitario nazionale.
In Italia solo i medici possono praticarla.
La Corte di cassazione si è espressa in questo senso fin dal 1983. Chi esercita l’agopuntura senza una laurea in Medicina e chirurgia, o Medicina veterinaria, oppure Odontoiatria, commette un illecito penale.
Le sedute possono andare di pari passo con l’assunzione di farmaci.
Vero, ma spesso il ricorso all’agopuntura permette una maggior efficacia della terapia farmacologica e una riduzione dei dosaggi, utile soprattutto nelle terapie di lunga durata, come quelle a base di cortisonici o di antinfiammatori non steroidei.
Gli agopuntori usano solo aghi sterili monouso, senza rischi di infezione.
In quanto medico, l’agopuntore è tenuto a osservare e garantire la sterilità del materiale. Questa può essere ottenuta attraverso la sterilizzazione degli aghi (con autoclave o sterilizzatrici a secco), ma ormai pressoché tutti gli agopuntori impiegano aghi monouso. Da evitare il riutilizzo degli aghi, anche nello stesso paziente (i cosiddetti aghi “personali”).
Falso
È sempre meglio preferire i farmaci.
Qualunque terapia possiede indicazioni e limiti e la sua efficacia non raggiunge mai il 100%. Sarà il medico, formato in entrambe le medicine, a decidere quali esami effettuare e quali terapie adottare. Un esempio: la broncopolmonite acuta deve essere obbligatoriamente trattata con gli antibiotici, ma una storia di affezioni respiratorie a ripetizione può essere valutata anche da un punto di vista preventivo con l’agopuntura.
È una moda recente.
Accenni all’agopuntura in Occidente sono presenti fin dal Milione di Marco Polo, in testi olandesi del ’600 e italiani dell’800. Nonostante questo, la diffusione definitiva dell’agopuntura in Occidente (Italia compresa) è avvenuta negli anni ’70 del secolo scorso. Si tratta però della diffusione di una metodica già delineata con precisione in testi del IV secolo a.C., sulla quale è stata condotta la più ampia sperimentazione in campo umano.
Gli aghi provocano un forte dolore.
Si tratta, nella massima parte dei casi, di uno stimolo non avvertito dal paziente, tuttalpiù di un lieve fastidio. Tutti gli organismi scientifici internazionali considerano l’agopuntura una metodica priva di rischi.
Ha solo un effetto “placebo”.
Specie dal momento che si possono condurre interventi chirurgici in anestesia agopunturistica. Inoltre si dimostra più efficace in campo veterinario che umano, dove l’effetto placebo ha un’influenza minore.
Guarisce da ogni patologia.
Sarebbe bellissimo, ma purtroppo così non è. L’agopuntura non è una fede, è una medicina, quindi non si tratta di crederci, ma di valutare, in un’alleanza terapeutica tra medico e paziente, i risultati che può fornire. Non si richiedono tempi lunghi: in genere 5–6 sedute sono sufficienti per ottenere dei miglioramenti o incominciare a intravederli.