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lunedì 14 ottobre 2024
 
Crimine
 

Agricoltura, il made in Puglia in mano alla mafia

29/11/2016  In Puglia 2.489 terreni agricoli sono in mano alla mafia. Furti, contraffazioni di prodotti e marchi, caporalato: il fenomeno è sempre più preoccupante

In Puglia 2.489 terreni agricoli sono in mano alla mafia. Un fenomeno sempre più preoccupante come emerso dai dati dell’Osservatorio sulla criminalità dell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso e fondato dalla Coldiretti, presieduto da Gian Carlo Caselli. Sono in aumento estorsioni, furti nelle campagne, contraffazioni di prodotti e dei relativi marchi garantiti. E anche il caporalato continua a tenere sotto scacco i braccianti sfruttati e spesso non contrattualizzati, con conseguente evasione fiscale e contributiva.

Un’indagine della Coldiretti Puglia ha consentito di mettere a fuoco l’elevata intensità dell’associazionismo criminale nelle province pugliesi Barletta-Andria-Trani (40,9), Bari (40,9), Taranto (39,4) e Lecce (37,4). Oltre ai gruppi organizzati di nazionalità italiana, è presente anche una folta colonia di criminalità straniera principalmente di origine albanese, romena, russa e nordafricana. In tutta la regione l’incidenza dei reati di associazionismo di stampo mafioso è pari al 10,3% con 52 denunce di associazionismo per delinquere e 6 di tipo mafioso. “Anche nel 2016 sono stati ripetutamente segnalati i furti di rame e di mezzi agricoli - ha sottolineato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele -. Stiamo inoltre registrando fenomeni estorsivi allarmanti, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni e ceppi di uva tagliati. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agroalimentari”. 

I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione (ben 638 denunce), rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita degli imprenditori e nella regolare conduzione aziendale. 
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità che vengono illegalmente identificati con il marchio ‘made in Puglia’, a danno della stessa imprenditoria agricola e dei consumatori. 

Sul fronte del lavoro in nero attualmente l’intera regione è una delle aree più a rischio indicate dalla Caritas. “E’ un fenomeno diffuso soprattutto in agricoltura (con un’incidenza del 22%), nel settore dei servizi (17%) e dell’edilizia (16%) – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti -. Si tratta di vere e proprie azioni criminose perpetrate nei territori pugliesi, dove la mancanza di legalità mette a rischio una sana convivenza sociale ed economica. Non possiamo accettare che continuino a trovare spazio inquietanti fenomeni malavitosi.  La qualità del prodotto non può prescindere dalla qualità del lavoro e dalla dignità dell’uomo impegnato in questo lavoro. Vanno incentivate azioni premianti della condotta positiva delle imprese associate che hanno accettato un percorso di legalità, sottoponendosi volontariamente a certificazioni stringenti e sopportando quotidianamente e in solitudine la concorrenza sleale di quanti fanno ricorso al lavoro nero, con l'obiettivo di creare un contesto sociale virtuoso da cui estromettere quasi naturalmente fatti e comportamenti non rispettosi delle regole”. 

Secondo i dati del quarto rapporto agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, vengono sprecati tra i 20 ed i 25 miliardi di euro per il mancato utilizzo dei beni confiscati sulla base delle stime dall’Istituto nazionale degli amministratori giudiziari (Inag). Va considerato che in Italia sono 26.200 i terreni nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano, tra l’altro, l'associazione per delinquere di stampo mafioso e la contraffazione. In Puglia, dunque, vanno inutilmente in fumo tra l’1,9 e i 2,37 miliardi di euro a causa di inadempienze, lungaggini burocratiche, procedure spesso poco chiare e complicate.

La Coldiretti Puglia, che ha ringraziato le forze dell’ordine per l’opera incessante svolta quotidianamente, alla luce di questa escalation della criminalità chiede una stretta sui controlli per garantire maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai.

Nell'immagine in testata: il "ghetto" di Rignano Garganico, in provincia di Foggia, nel giorno della "visita a sorpresa" del ministro della Giustizia, Andrea Orlando (foto Ansa)

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