Il tema dell’immigrazione continua a condizionare il dibattito politico in Germania in vista delle elezioni politiche anticipate fissate per il 23 febbraio. Il tema divide i partiti fra loro e li lacera al loro interno. Come nel caso della CDU, il partito cristiano democratico guidato da Friederich Merz, candidato alla Cancelleria, finora nettamente in testa nei sondaggi.
Il 29 gennaio una mozione della CDU per chiedere al governo norme più severe sui respingimenti aveva raccolto il sostegno del partito di ultradestra AfD (Alternative für Deutschland) guidato da Alice Weidel e scatenato un terremoto politico. L'appoggio di AfD aveva segnato al caduta del cosiddetto Brandmauer, la “barriera tagliafuoco” che per decenni aveva bloccato qualsiasi accordo fra le forze politiche democratiche e i partiti di estrema destra.
La mozione non era vincolante, ma era stata vista come un possibile banco di prova per una eventuale alleanza tra i conservatori della CDU e il partito di estrema destra (anche se Merz ha sempre negato di voler governare insieme a AfD). Questa sintonia fra il partito conservatore democristiano e l’estrema destra aveva spinto a intervenire (cosa che fa molto raramente da quando ha lasciato la Cancelleria) Angela Merkel.
Merkel ha esordito dicendo di aver “sostenuto” la posizione espressa da Merz a novembre, quando il candidato cancelliere aveva assicurato di voler trovare “maggioranze solo nelle forze politiche del centro”. “Questa proposta e la posizione ad essa associata erano un’espressione di grande responsabilità politica, che io appoggio pienamente. Credo che sia sbagliato invece non sentirsi più vincolati da questa proposta e quindi, il 29 gennaio 2025, in una votazione nel Bundestag tedesco, aver consentito per la prima volta una maggioranza con i voti dell’AfD”.
Parole pesanti come un macigno, anche perché provenienti da una politica che ha scelto il riserbo (Merkel ha sempre concesso pochissime interviste e non imperversa in commenti e dichiarazioni sui social). Quanto accaduto al Bundestag aveva anche provocato pacifiche manifestazioni in tutta la Germania con migliaia di partecipanti che hanno risposto all’appello della rete “Insieme contro la destra”.
In migliaia giovedì sera avevano manifestato a Berlino davanti alla Adenauer Haus, (sede del partito di Merz) gridando lo slogan “CDU, vergogna su di te!”. Aveva creato scalpore anche l’annunciata intenzione di un sopravvissuto di Auschwitz, Albrecht Weinberg, 99 anni, di restituire la Croce al merito nelle mani del presidente della Repubblica.
In questo clima, venerdì 31 gennaio si è arrivati al voto di una proposta di legge (il Zustrombegrenzungsgesetz, cioè legge sulla limitazione dei flussi) che, a differenza della mozione di mercoledì, in caso di approvazione, sarebbe stata legalmente vincolante. Il testo mirava a limitare i ricongiungimenti familiari e rendere più facile il fermo di cittadini stranieri che arrivino alla frontiera privi di documenti.
Questa volta però è mancata la maggioranza. Il Bundestag ha respinto la proposta di legge in materia di immigrazione presentata dalla CDU. I voti a favore sono stati 338, 350 i contrari e 5 le astensioni. Il testo mirava a limitare i ricongiungimenti familiari e rendere più facile il fermo di cittadini stranieri che arrivino alla frontiera privi di documenti.
"Mi dispiace che non si sia arrivati a un'approvazione della nostra proposta. Ma sono grato che il gruppo parlamentare abbia seguito la strada sulla quale ci eravamo accordati. Sono 12 i parlamentari dell'Unione che non hanno votato a favore e questo lo rispetto”. Ha detto Friedrich Merz, in una nota dopo il voto al Bundestag. "Mi dispiace che non sia riuscita la svolta sull'asilo, ma questo risultato fa comunque chiarezza su dove siamo noi e dove sono i Socialdemocratici e i Verdi", ha continuato, sottolineando le "differenze" fra le posizioni dei partiti. "È stata una settimana molto vivace, ma il parlamentarismo tedesco esce vincente", ha concluso.
Resta da capire se e come la sconfitta parlamentare di ieri potrà indebolire Merz nella corsa per la Cancelleria, mentre AfD per ora è il secondo partito più forte della Germania.
Intanto domenica 2 febbraio in varie città della Germania si sono svolte proteste contro la svolta a destra della CDU. Solo a Berlino sono scese in strada 160 mila persone (dato confermato dalla polizia) per protestare contro l'approvazione di leggi con il sostegno dei partiti di estrema destra, nazionalisti o populisti.