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mercoledì 18 settembre 2024
 
Giornata mondiale
 

Al cinema un film per sorridere e riflettere sull'autismo

02/04/2024  Dall'11 aprile nelle sale "Flaminia", il primo film da regista della comica Michela Giraud: il rapporto tra due sorelle, una ambiziosa e attenta all'esteriorità, l'altra nello spettro autistico, emarginata, difficile da gestire ma con slanci autentici

La stand up comedy Michela Giraud esordisce alla regia con un film agrodolce, dove si sorride e ci si indigna, e che ruota attorno al tema della disabilità prendendo spunto da una vicenda da autobiografica solo accennata in una fotografia che compare alla fine dei titoli di coda, in cui l’attrice e regista è ritratta bambina con la sorella. E di un rapporto tra due sorelle (stesso padre, madri diverse) agli antipodi parla Flaminia, che sarà nelle sale dall’11 aprile ma che abbiamo potuto vedere in anteprima e che presentiamo oggi Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Perché, pur non essendo mai espresso esplicitamente, la sorella con problemi mentali che improvvisamente fa ritorno in famiglia dalla comunità in cui vive, rientra nello spettro dell’autismo.  Flaminia (la stessa Giraud), figlia di un chirurgo plastico (Antonello Fassari) ricca, elegante, avvocato, e già decente universitaria, che deve sposarsi con un rampollo nobile con problemi di dipendenza. Serve alla famiglia, soprattutto all’ambiziosa mamma (Lucrezia Lante della Rovere) a togliersi di dosso la nomea di arricchiti ed entrare a pieno diritto nell’alta società di Roma Nord. Per questo motivo dopo essere cresciute insieme, Ludovica è stata allontanata da casa e vive in comunità. Ma dopo aver appiccato il fuoco a un materasso, viene rimandata in famiglia in attesa che sia chiarito l’incidente.  Ludovica ama mangiare mentre Flaminia è sempre a dieta, Lodovica ha fame di vita, ma non conosce le regole sociale, Ludovica adora la sorella, Flaminia la vive con crescente imbarazzo. Ma quella giovane bizzarra e piena di slanci svela a Flaminia i compromessi di una vita fatta di apparenze dove non c’è spazio né per essere autentici né per essere felici… E soprattutto l’amore tra sorelle, può resistere a tutto, alla malattia, alla difficolta di relazione, all’apparenza, perché costruito quando si è bambini e quindi autentici.
 

Un tentativo coraggioso e sincero quello che Michela Giraud, anche se il tutto può apparire, a chi ha esperienza di un familiare nello spettro autistico, un po’ edulcorato e consolatorio. Ma le commedie non sono documentari, e qualcosa dentro rimane della critica al perbenismo, a una società fatta di lustrini, social, perfezione estetica, e insofferenza verso chi ci rallenta nella corsa al successo. E in questo saranno in tanti che potranno rispecchiarsi


 

 

 
 
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