In una piazza di nuovo piena sventolano gli striscioni di pace papa Francesco chiede a tutti di rivolgersi a Maria perché dia sostegno «di fronte alle tante lacerazioni nel mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini». Ma chiede anche, tutti insieme, di recitare una ave Maria per il prossimo viaggio in Africa perché possa essere un viaggio che incoraggi le popolazioni tanto provate dai conflitti e dalle guerre. Nell'ultima domenica del tempo ordinario, prima dell'avvento, papa Francesco spiega la festa di Cristo Re spiegando che il suo regno «non è di questo mondo». Questo non significa che Cristo sia re di un altro mondo, ma che è re in un altro modo. Si tratta di una contrapposizione tra due logiche. La logica mondana poggia sull’ambizione e sulla competizione, combatte con le armi della paura, del ricatto e della manipolazione delle coscienze. La logica evangelica, quella di Gesù, invece si esprime nell’umiltà e nella gratuità, si afferma silenziosamente ma efficacemente con la forza della verità. I regni di questo mondo a volte si reggono su prepotenze, rivalità, oppressioni; il regno di Cristo è un "regno di giustizia, di amore e di pace"», spiega Bergoglio. E quando si è rivelato Gesù?, chiede il Papa. «Di fronte alle tante lacerazioni nel mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini, chiediamo alla Vergine Maria di sostenerci nel nostro impegno di imitare Gesù, nostro Re, rendendo presente il suo regno con gesti di tenerezza, di comprensione e di misericordia». Lo ha detto il Papa all'Angelus.
«Nell’evento della Croce! Chi guarda la Croce di Cristo non può non vedere la sorprendente gratuità dell’amore. Qualcuno di voi può dire: "padre questo è stato un fallimento, ma proprio nel fallimento del peccato, delle ambizioni umane lì c'è il trionfo della croce, nel fallimento della croce c'è il trionfo dell'amore. Parlare di potenza e di forza, per il cristiano, significa fare riferimento alla potenza della Croce e alla forza dell’amore di Gesù: un amore che rimane saldo e integro, anche di fronte al rifiuto, e che appare come il compimento di una vita spesa nella totale offerta di sé in favore dell’umanità». Papa Francesco spiega che quando sul Calvario, i passanti e i capi deridono Gesù inchiodato alla croce, e gli lanciano la sfida: «Salva te stesso scendendo dalla croce!». Bergoglio spiega che «paradossalmente la verità di Gesù è proprio quella che in tono di scherno gli scagliano addosso i suoi avversari: "Non può salvare sé stesso!". Se Gesù fosse sceso dalla croce, avrebbe ceduto alla tentazione del principe di questo mondo; invece Lui non può salvare sé stesso proprio per poter salvare gli altri, proprio perché ha dato la sua vita per noi, per ognuno di noi. Dire che Dio ha dato la sua vita per il mondo è vero, ma è più bello dire "Dio ha dato la sua vita per me". Oggi ciascuno in piazza dica ha dato la sua vita per me, per poter salvare ognuno di noi dai nostri peccati. Questo chi lo ha capito? Lo ha capito bene uno dei due malfattori che sono crocifissi con Lui, detto il “buon ladrone”, che Lo supplica: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Ma questo è un malfattore, era un corrotto ed era lì condannato a morte per tutte le brutalità che aveva fatto nella sua vita. Ma ha guardato nell'atteggiamento di Gesù, nella mitezza di Gesù l'amore. e questa è la forza del regno di Cristo, è l’amore: per questo la regalità di Gesù non ci opprime, ma ci libera dalle nostre debolezze e miserie, incoraggiandoci a percorrere le strade del bene, della riconciliazione e del perdono».E alla piazza chiede di ripetere «tutti insieme quello che ha detto il buon ladrone: "Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Tutti insieme: "Gesù ricordati di me quando sei entrato nel tuo regno"». E ancora invita i fedeli a «chiedere a Gesù quando noi ci vediamo deboli peccatori, sconfitti, di guardarci, di dire "tu sei lì, non dimenticarti di me"».