Il centro sorge lì nei locali che papa Francesco visito aprendo la porta della misericordia nell’anno giubilare. Alla stazione Termini, dove anche l’elemosiniere si reca spesso a confortare i senza dimora, la Caritas di Roma e la Croce rossa hanno ampliato i posti di ricovero per i senza dimora tenendo in considerazione anche l’emergenza covid. Per tutto il periodo invernale, infatti, da questo mese di gennaio è aperta una preaccoglienza, prima del genere in Italia, con 60 posti. La «struttura-ponte” permetterà lo screening sanitario e, laddove si riscontrino positivi, l’isolamento fiduciario. Sarà così possibile accedere, in sicurezza, agli ostelli, ai centri parrocchiali allestiti dalla diocesi e ai posti letto messi a disposizione delle diverse associazioni.
«Un servizio innovativo» lo hanno definito i promotori che si sono attivati dopo che nell’ostello “Don Luigi Di Liegro” si era diffuso un contagio interno. Tutti i 180 ospiti sono stati messi in sicurezza in altre due strutture, villa Letizia e Villa Trionfale, e si è pensato a come prevenire ulteriori situazioni di pericolo. Stretti tra il rischio di contagio e quello del freddo, che a Roma ha già ucciso 11 senza dimora, le persone più in difficoltà hanno già da qualche settimana, una assistenza sanitaria straordinaria.
«Mai come in questo momento le persone più fragili si sentono sole e abbandonate. Anche il mondo del volontariato, che all'inizio della pandemia aveva visto rivitalizzarsi lo spirito di solidarietà e partecipazione civile, vive in queste fasi un senso di scoramento e sfiducia nelle Istituzioni. Per mesi abbiamo chiesto a Comune di Roma, Regione Lazio e Prefettura di programmare procedure e spazi di accoglienza straordinari anche per i senza dimora almeno durante i mesi invernali: purtroppo la risposta sono state solo promesse e scarico di responsabilità», aveva denunciato don Ambarus Benoni, direttore della Caritas diocesana inaugurando la struttura destinata a situazioni di povertà estrema.
«La ‘struttura ponte’, una realtà che mancava, rappresenta una risposta concreta ai bisogni di tante persone ed è particolarmente importante per contenere la diffusione del virus nella Capitale. I nostri operatori sanitari forniranno, come sempre, non solo assistenza ma anche ascolto, calore, umanità. Perché nessuno è al sicuro finché non siamo tutti al sicuro», assicura dal canto suo Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana.
Intanto prosegue anche l’attività che la Caritas romana mette in piedi ogni anno con le
equipe del Servizio Notturno Itinerante. Operatori e volontari che, dalle 20 di ogni sera, presidiano le zone in cui i senza dimora, di solito, stazionano, soli ed emarginati. Soli come
Edwin, il senza tetto nigeriano, morto il 20 gennaio a due passi da San Pietro. Di lui ha parlato anche papa Francesco nella preghiera dell’Angelus, chiedendo a tutti
di mettersi nei suoi panni, di provare a pensare «cosa ha sentito quest’uomo, 46 anni, nel freddo, abbandonato da tutti, anche da noi».