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martedì 08 ottobre 2024
 
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«Al voto ricordiamoci delle autentiche radici cristiane dell’Europa»

25/05/2019  Pubblichiamo la presa di posizione delle Reti della Carità, la realtà spontanea guidata tra gli altri da don Virginio Colmegna e don Antonio Loffredo, in vista delle prossime elezioni europee. «Prendiamo le distanze dalle strumentalizzazioni di simboli religiosi».

«Siamo una realtà che nel nostro Paese tiene insieme molteplici esperienze di ospitalità e solidarietà con una motivazione che trova le sue radici nel Vangelo, cui aderiscono anche singole persone, tra cui anche non credenti. Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni europee, ci rivolgiamo alle persone “pensanti”, come le chiamava il cardinal Martini, e a quanti si professano cristiani, non solo cattolici.  Riteniamo che in questa scadenza elettorale si gioca molto della nostra capacità di salvare vite umane e accogliere persone bisognose, rivolgerci a profughi e migranti con misericordia e senso di giustizia e con concreti progetti di integrazione da attuare in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ci riferiamo anche al doveroso richiamo alle radici della civiltà europea, che è fondata su quei principi di amore per il prossimo senza differenze e graduatorie. Ribadiamo che lo slogan “Prima gli italiani”, cui noi contrapponiamo “Prima le persone”, contraddice il valore chiave dell’uguaglianza di tutti gli appartenenti al genere umano. Le autentiche radici giudaico-cristiane, infatti, chiedono e generano pace, fraternità e mitezza, in profondo contrasto con l’attivazione di paure collettive, la creazione di nuovi e vecchi capri espiatori, l’infusione di inimicizie che giungono perfino a sentimenti di odio per i diversi da noi. In particolare, proprio come “esseri pensanti” e come cristiani per chi si rifà alla propria fede, ci sentiamo interpellati e il richiamo è, in coerenza anche con gli insegnamenti di Papa Francesco, a un’indicazione profetica radicalmente alternativa a una visione di propaganda di una religione utilizzata strumentalmente per assecondare propri desideri politico-elettorali. Non possiamo pertanto restare indifferenti e tacere la nostra indignazione di fronte alla “messa in piazza” di simboli religiosi in modo così superficiale e ipocrita, che rimandano a una religione a proprio uso e consumo.  Non siamo solo indignati, ma vorremmo rivolgerci tanto ai cristiani quanto a tutti coloro che sono laicamente mossi da motivazioni solidali e di giustizia sociale per far presente che, in questa Europa che ha vissuto il dramma della Shoah, che va ricordata perché solo nel non dimenticare vi è speranza di futuro, per restare umani e per reagire al degrado di umanità, dobbiamo condannare quella politica che evoca una religione accomodante e utile ai propri disegni, che sono tra l’altro in contraddizione con i valori chiave di quella stessa religione.  Non dobbiamo solo prendere le distanze da queste strumentalizzazioni feticiste di simboli e riferimenti religiosi, ma dobbiamo richiamare l’attenzione di tutti coloro che si professano cristiani per contrastare una modalità di propaganda che è davvero non compatibile con il Vangelo e con le esperienze migliori della Chiesa, con lo spirito del Concilio Vaticano II, con il magistero di Papa Francesco, con la dottrina sociale della Chiesa promotrice di dialogo, giustizia sociale e carità. Noi, che come Reti della carità partiamo dai poveri e dagli ultimi, crediamo in un’Europa dove anche il Cristianesimo ha dato il suo contributo di cultura, di spiritualità e di umanesimo e per questo le prossime elezioni europee sono un’opportunità determinante che va colta per costruire una società più aperta, solidale e coesa. 

Per le Reti della carità: Maria Grazia Guida, Presidente dell'Associazione Amici Casa della carità

Reti della carità (http://www.retidellacarita.org) è un insieme di realtà di ispirazione cristiana, e non solo, cui aderiscono anche singole persone, accomunate dall'esperienza della carità, che si riuniscono periodicamente per discutere di temi sociali avendo sempre come prospettiva l’idea di papa Francesco di una Chiesa come ospedale da campo, una Chiesa non ridotta a ONG, una Chiesa povera per i poveri con i poveri. Tra i promotori di Reti della carità don Antonio Loffredo (Napoli), don Nandino Capovilla (Venezia), don Virginio Colmegna e Maria Grazia Guida (Milano), don Mauro Frasi (Montevarchi), don Giovanni Nicolini (Bologna), le suore della Fraternità della Visitazione di Pian di Scò (Arezzo).

 

 
 
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