Aldo Bova, 73 anni, chirurgo ortopedico
Era l’11 febbraio 1858 quando, nella grotta di Massabielle, a Lourdes, l’allora quattordicenne Bernadette Soubirous assisteva alla prima apparizione della Madonna. Da quel momento, il paesino francese ai piedi dei Pirenei non ha mai smesso di essere meta di pellegrinaggio, tanto che oggi, a distanza di 165 anni, continua a richiamare credenti da tutto il mondo. Tra questi anche Aldo Bova, presidente del Forum delle Associazioni Sociosanitarie e membro dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, che dal 25 al 29 giugno ha vissuto – assieme ad altri membri del Forum – l’esperienza del viaggio al santuario della Vergine. Ci ha raccontato dell’importanza di farsi guidare da Dio nel cammino, spesso difficile, verso la costruzione di un mondo più equo e umano. «Oggigiorno», spiega il dottor Bova, «viviamo in una complessità sociale dove regnano cattiveria, brutalità, egoismo, violenza. Noi cerchiamo, con le nostre 12 associazioni (13 a breve), i forum regionali e le strutture territoriali di stare vicini al magistero della Chiesa e di interpretare in maniera concreta il criterio della sinodalità: come il colibrì, che nella favola africana dà il suo contributo nonostante sia il più piccolo di tutti, noi ci impegniamo a diffondere la cultura dell’amore, del rispetto per la vita, della tutela del Creato e della lotta contro le disuguaglianze, specialmente nell’ambito della salute. Per fare questo, però, non basta la nostra volontà: ci serve l’aiuto degli altri e di Dio, perché da soli non si va da nessuna parte. Per avere la forza di portare avanti i nostri progetti, come ad esempio quello di far approvare in Parlamento una legge secondo la quale, nei corsi di laurea che riguardano il mondo della salute, vi sia l’insegnamento dell’umanizzazione della medicina. Troppo spesso, infatti, il rapporto umano non viene percepito come fondamentale: si dà moltissima importanza alla tecnologia a discapito del colloquio medico-paziente».
La grotta di Massabielle a Lourdes, Francia
Come è stato organizzato il viaggio?
«Ci siamo mossi in aereo: la maggior parte di noi è partita da Napoli, scelto come punto di partenza perché molte persone venivano dal sud. Io stesso mi sono occupato dell’organizzazione, insieme all’amico e collega Antonio Falcone e al presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes Alessandro de Franciscis. Arrivati a Lourdes, abbiamo seguito un programma unico, procedevamo insieme. Nel pomeriggio della prima giornata è stata celebrata una messa da parte di Don Isidoro, mentre nei giorni seguenti abbiamo ripercorso i passi della santa Bernadette, partecipato a fiaccolate serali e organizzato una via Crucis del gruppo, camminando lungo una via accanto al santuario. Ognuno, naturalmente, ha avuto anche i propri momenti di spiritualità, ma nel complesso si è creato un grande clima di convivialità».
Quante persone hanno partecipato?
«Circa un centinaio, senza contare le persone che poi si sono collegate dall’Italia per seguire, da remoto, il convegno internazionale del 27 giugno dal tema “Giornata Mondiale del Malato 1993-2023. Promuovere la Salute. Educare alla Pace”, organizzato da noi nella sala dell’Hemicycle di Lourdes in occasione dei trent’anni dall’istituzione della ricorrenza voluta da papa Wojtyla».
So che avete deciso di tornare a Lourdes anche nel 2024. Quello di quest’anno è stato il primo pellegrinaggio del Forum?
«Sì, è stata la prima esperienza. Ma, come dice lei, abbiamo già preso l’impegno – alla presenza del vescovo di Lourdes – di ritornare l’anno prossimo. L’intenzione è quella di andare a luglio, per consentire anche a tanti insegnanti (che a giugno ancora lavorano) di poter venire: la data ufficiale la stabiliremo a breve, ma probabilmente cadrà nella seconda decade del mese».
Che significato avuto, per lei e per le persone che l’hanno seguita, questo viaggio?
«Un significato soprattutto di arricchimento. Per me, ma credo anche per gli altri, il pellegrinaggio ha avuto un grande valore di fede: ci ha resi forti, perché in luoghi così ricchi di spiritualità ci si sente più vicini al Signore, di cui percepiamo la volontà di starci vicino attraverso la Madre Celeste. È un viaggio che ci ha dato la conferma di essere sulla buona strada: noi mettiamo l’amore in ciò che facciamo, ma per continuare ci serve l’aiuto di Dio».
(In foto, il gruppo dirigente del Forum delle Associazioni Sociosanitarie. Da sinistra a destra: Don Isidoro Mercuri Giovinazzo, Antonio Falcone, Alessandro De Franciscis, Filippo Maria Boscia, Mons. Micas, Aldo Bova, Marina Casini, Francesco Iadevaia, Roberto Maurizio e Carlo Crispino).