Scandalo (Scandale). E’ il titolo del nuovo album di due pianisti giovani, bravi, ed un po’ “alla moda”. Si chiamano Alice Sara Ott e Francesco Tristano.
Lei ha 26 anni, è nata a Monaco di Baviera, ma da madre giapponese. E’ un volto nuovo, per spirito e progetti: un vero talento, ed un personaggio che non può non piacere ai giovani. Lui ha poco più di 30 anni, è nato in Lussemburgo, vive a Barcellona e fa concerti in tutto il mondo: suona nei club, in luoghi consacrati al jazz e nei più grandi auditori della musica classica. Oltre che pianista è compositore. Della musica ci disse: “La musica è creazione continua. Un flusso che si rigenera e rinnova”.
Il titolo del bellissimo Cd allude alla figura dell’impresario Sergei Pavlovich Diaghilev (1872–1929), l’inventore dei famosi Balletti Russi del primo Novecento. Colui che, per citare una delle sue realizzazioni più famose, mise in scena Le sacre du printemps (Il rito della primavera) di Stravinsky ed ebbe relazioni artistiche e di lavoro con il grande ballerino Nijinskij e con geni come Ravel, Debussy e soprattutto Stravinsky.
Amico di Coco Chanel, perennemente alla ricerca di denaro, Diaghilev fu il protagonista di una stagione gloriosa della musica e del balletto: gloriosa, ma anche scandalosa. Ai tempi infatti il pubblico fischiava, le reazioni erano esagitate: non vigeva la calma piatta e l’applauso cordiale dei giorni nostri. Scandalo dunque va letto in questa chiave: come qualche cosa di vivo, di provocatorio nel senso più elevato, di capace di tenere viva la passione, l’interesse, la partecipazione del pubblico. E forse il primo segnale che questi due giovani ci inviano, e che, da giovani estendono ai loro coetanei è proprio questo: la musica e le arti sono fatte per infiammare le passioni e le coscienze. Non solo per distrarre e divertire. E’ possibile?
“È quello che voleva Diaghilev. Ma è quello che vogliamo anche noi”, conferma la Ott: “dimostrare che la musica classica non è affatto una musica da menti conservatrici come molti pensano”. Il Cd contiene capolavori che ormai oggi non fanno più “scandalo”, perché sono entrati nel repertorio: magnifiche esecuzioni del Sacre a 4 mani e de La valse di Ravel, oltre ad una pagina di Rimsky-Korsakov ed ad una novità dello stesso Tristano, che spiega: “dalle crisi del linguaggio nasce la grande arte. E certi linguaggi non sono meno esplosivi della musica techno. La musica classica appartiene alla storia, ma ci permette di reinventarci ogni volta. Anche se è molto differente da tanti altri generi. Un gruppo rock può eseguire una cover, ma la cosa riguarda soltanto chi l’ascolta in quel momento e in quella parte della città dove suona. Un pezzo classico può essere suonato all’infinito. Ma ogni volta è diverso: si redifinisce ed adatta nell’esecuzione. Io non ho ascoltato nessuno altra registrazione del Sacre. Abbiamo fatto la nostra, magari più orientata verso la musica techno rispetto al valzer viennese; e l’abbiamo registrata con la nostra tecnologia che è diversa da quella degli anni ’70. La musica classica sopravvive grazie a questo continuo cambiamento”.
Insomma: la musica classica è unica perché esiste un solo capolavoro, ma mille modi per eseguirlo, per sentirlo proprio. E, alla fine di tutto “non si fa un disco per realizzare qualche cosa di perfetto – dice la Ott – ma per il piacere reciproco e per condividere momenti felici”.