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venerdì 04 ottobre 2024
 
 

«Alla gente serve tenerezza»

07/07/2013  «La diffusione del Vangelo non dipende dalla quantità di denaro», ha detto tra l'altro papa Francesco domenica 7 luglio nella Messa in San Pietro con i seminaristi, le novizie e i novizi giunti da tutto il mondo in occasione dell'Anno della fede.

«La gente oggi ha bisogno certamente di parole, ma soprattutto ha bisogno che noi testimoniamo la misericordia, la tenerezza del Signore, che scalda il cuore, che risveglia la speranza, che attira verso il bene». Lo ha detto papa Francesco domenica 7 luglio, durante la Messa per i seminaristi, i novizi e le novizie, ai quali ha indicato, tra i punti di riferimento da seguire, oltre alla croce e alla preghiera, «la gioia di portare la consolazione di Dio».

Approfondisce e attualizza  la prima lettura, il Papa: «Il profeta Isaia si rivolge a un popolo che ha attraversato il periodo oscuro dell’esilio, ha subito una prova molto dura; ma ora per Gerusalemme è venuto il tempo della consolazione; la tristezza e la paura devono fare posto alla gioia: “Rallegratevi… esultate… sfavillate di gioia”, dice il Profeta». Aggiunge inoltre il Pontefice: "Io ho trovato alcune volte persone consacrate che hanno paura della consolazione di Dio, e poveri, povere, si tormentano, perché hanno paura di questa tenerezza di Dio. Ma non abbiate paura. Non abbiate paura, il Signore è il Signore della consolazione, il Signore della tenerezza. Il Signore è padre e Lui dice che farà con noi come una mamma con il suo bambino, con la sua tenerezza. Non avete paura della consolazione del Signore».

I servitori della Chiesa, gli "operai della messe" secondo l'espressione del Vangelo di Luca, non sono scelti attraverso campagne pubblicitarie, tramite spot, insomma, o attraverso appelli al servizio e alla generosità, ma sono «scelti e mandati da Dio». Jorge Mario Bergoglio  ha raccomandato l'importanza della «preghiera». «La diffusione del Vangelo non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell'istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili». 

Gesù manda i suoi senza «borsa, né sacca, né sandalì», ha affermato Bergoglio. «Quello che conta è essere permeati dall'amore di Cristo, lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, e innestare la propria vita nell'albero della vita, che è la croce del Signore».

Già ieri papa Bergoglio aveva incontrato seminaristi, novizie e novizi mettendoli in guardia da un pericolo costante ovvero la cultura del provvisorio: «Io non vi rimprovero, rimprovero questa cultura del provvisorio, che ci bastona tutti, perché non ci fa bene: perché una scelta definitiva oggi è molto difficile. Ai miei tempi era più facile, perché la cultura favoriva una scelta definitiva sia per la vita matrimoniale, sia per la vita consacrata o la vita sacerdotale. Ma in questa epoca non è facile una scelta definitiva. Noi siamo vittime di questa cultura del provvisorio». 

La chiamata – aveva aggiunto il Papa - è prima di tutto una gioia che nasce non dal possedere l’ultimo smartphone, lo scooter più in veloce, l’auto all’ultima moda: «Ma io vi dico, davvero, a me fa male quando vedo un prete o una suora con la macchina ultimo modello: ma non si può! Non si può! Io credo che la macchina sia necessaria perché si deve fare tanto lavoro e per spostarsi di qua… ma prendete una più umile, eh? E se ti piace quella bella, pensate a quanti bambini muoiono di fame. Soltanto quello!». 

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Papa Francesco ai seminaristi e alle novizie: "Siate umili ma pieni di gioia"
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