Il cancro alla mammella colpisce
una donna su otto. E si stima che
in un anno in Italia si ammalino 48
mila donne. Ma oggi, a cinque anni
dalla diagnosi, si sopravvive nell’87
per cento dei casi. Ed è quest’ultimo
dato il senso vero della “battaglia”:
la percentuale di sopravvivenza
in aumento. E lo è perché dietro ci sono
i fondi per la ricerca e una nuova “cultura”
dello screening tempestivo, dell’attenzione
verso la prevenzione.
Per questo il tradizionale appuntamento
con l’Azalea della Ricerca proposto
dall’Airc domenica 11 maggio è così
importante: nel giorno della Festa della
mamma si celebrano anche trent’ anni di
progressi continui nella cura dei tumori
femminili. Una giornata che sarà segnata
da 20 mila volontari, affiancati dai ricercatori,
per distribuire in 3.600 piazze circa
600 mila piantine di azalea, simbolo della
lotta contro i tumori femminili.
Dai primi anni Ottanta a oggi, nonostante l’aumento di incidenza di alcune
forme di cancro, si registra un tasso
di curabilità elevato: nelle donne colpite
da tumore al seno, sopravvivenza a 5
anni che arriva all’87 per cento; e al 68
per cento per il tumore della cervice
uterina. «In questi trent’anni», sottolinea
Maria Ines Colnaghi, direttore
scientifico dell’Airc, «con i suoi sostenitori
l’Associazione italiana per la ricerca
sul cancro ha dato un contributo
straordinario al progresso della ricerca
nel campo dei tumori femminili. Solo
nel 2013 abbiamo
investito in questo
settore oltre 9 milioni
di euro. E
l’obiettivo della
giornata dell’Azalea
è raccogliere altri
9 milioni per garantire
la continuità di oltre 90 progetti
di ricerca».
Che cosa manca per migliorare ancora
questi dati? In primo luogo una consapevolezza
diffusa della necessità di aderire
agli screening raccomandati e di abbandonare
stili di vita scorretti (fumo,
alimentazione sbagliata e sedentarietà),
all’origine del 70 per cento dei tumori.
Noi tutti, nel giorno della Festa della
mamma, cosa possiamo fare? Con un
contributo minimo di 15 euro possiamo
scegliere l’unico regalo che dà forza
alla ricerca: per arrivare a terapie d’eccellenza.
Come quelle che ha avuto una
mamma di due figli, G.D.F., la cui storia
raccontiamo nelle pagine che seguono,
che è guarita a Napoli con le cure migliori
nate dalle ricerche finanziate con
i fondi raccolti dall’Airc. È molto semplice.
Il segreto è tutto qui.