Antonio Bedin, 67 anni, si è ucciso giovedì sera nella sua abitazione a Montebello Vicentino, sparandosi un colpo al petto con una pistola revolver regolarmente detenuta. In un biglietto l’uomo ha scritto «non ce la faccio più», dando poi indicazioni sui funerali. Bedin era uno dei 119mila di risparmiatori truffati dalla Banca Popolare di Vicenza che hanno investito i propri risparmi in azioni poi diventate carta straccia dopo l’aumento di capitale. Si era rivolto all’avvocato Renato Bertelle per una consulenza. «È solo il primo», ha detto il legale, «speriamo che non ce ne siano altri». Il fratello Gaetano, che viveva con lui e ne ha scoperto il corpo, ha riferito che aveva acquistato ottomila azioni della Popolare di Vicenza, per un valore che nel 2015 era di quasi 500mila euro. Oggi ne valgono 800. Una situazione che coinvolge 210mila famiglie con anziani che non hanno i soldi per pagare la badante.
«Questa ennesima tragedia è frutto del “sistema Vicenza” che io denuncio dal 2008 e vedeva coinvolti tutti: Banca d’Italia, Consob, magistratura e Confindustria», dice Elio Lannutti, fondatore di Adusbef, l’Associazione a difesa degli utenti dei servizi bancari e finanziari. «L’unico modo per onorare la memoria di Antobio Bedin è procedere per il reato di associazione a delinquere contro gli artefici dei crac tutti ancora scandalosamente a piede libero dopo aver ricevuto liquidazioni milionarie». Lannutti, ex senatore dell’Italia dei Valori, combatte da anni a colpi di esposti e denunce contro Giuseppe Vegas, il capo della Consob, l’organismo chiamato a vigilare sull’operato delle banche e a tutelare gli interessi dei risparmiatori. In questi anni ha firmato oltre venti esposti alla magistratura di Vicenza, Trento, Prato, Udine, Roma ed altre Procure, ha presentato un esposto al Csm (Consiglio superiore della magistratura) perché riabiliti il giudice Cecilia Carreri «che aveva ordinato l'imputazione coatta di Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza ora indagato».
Il presidente di Adusbef, Elio Lannutti
«Il valore delle azioni è stato gonfiato»
Ora Lannutti non è più una voce nel deserto. «Il presidente della Consob Vegas ha perso credibilità. Si dimetta», ha dichiarato qualche giorno fa Enrico Zanetti, viceministro dell’Economia. «Non sta al governo commentare l’operato di autorità indipendenti come la Consob ma degli errori gravi sono stati fatti», ha rincarato Carlo Calenda, neo ministro dello Sviluppo economico.
«Uno come Vegas deve essere incriminato subito», dice Lannutti, «questi pronunciamenti tardivi sono acqua fresca, adesso non servono a nulla. Qui ci sono solo due persone che difendono i risparmi della povera gente: papa Francesco e il parroco veneto don Enrico Torta che sta vicino ai risparmiatori e tiene il conto delle tragedie, ha detto che ci sono stati già cento suicidi di persone finite sul lastrico o rimaste vittime di usura bancaria».
A Vegas si contesta (come ha dimostrato anche un’inchiesta di Report di Milena Gabanelli su Raitre) la scelta di cancellare completamente dai prospetti informativi dei prodotti finanziari i cosiddetti “scenari probabilistici”, vale a dire una tabellina che con numeri semplici è in grado di fotografare il livello di rischio di un investimento. «Ben venga Report ma io tutto questo l’ho ricostruito nei dettagli e denunciato cinque anni fa», spiega Lannutti. «A Vicenza c’era un sistema: se uno chiedeva un prestito o un mutuo doveva diventare azionista della banca e comprarsi le azioni o altri strumenti finanziari spazzatura. Azioni illiquide, come si dice in gergo, che professori bocconiani avevano valutato fino a 62,50 euro l’una e che noi ritenevamo valessero neanche un decimo». Chi doveva controllare, insomma, non l’ha fatto. «La Consob di Vegas», racconta ancora Lannutti, «ha comminato a tutto il consiglio d’amministrazione della Popolare di Vicenza una sanzione di 73mila euro, meno di duemila euro a testa, che è stata secretata. È stata scoperta da un cronista in un prospetto di aumento di capitale. Questa sistema cancella le vite delle persone. Non può continuare. Bisogna, come dice il Papa, tornare alla realtà e non a un mercato di prodotti finanziari che sono carta straccia e distruggono i risparmi delle persone».