Una parola finale, Santo Padre, su questo viaggio in Svezia?. «Quello che mi viene spontaneo da aggiungere adesso è semplice: andare, camminare insieme! Non restare chiusi in prospettive rigide, perché in queste non c’è possibilità di riforma». Così papa Francesco termina la lunga intervista concessa sabato 24 settembre pomeriggio a Santa Marta a padre Ulf Jonsson, direttore della rivista dei gesuiti svedesi Signum, insieme al direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. I contenuti del colloquio escono alla vigilia del viaggio apostolico in Svezia, il 31 ottobre e il primo novembre, per partecipare alla commemorazione ecumenica dei 500 anni della Riforma luterana.
Nell’intervista si affrontano molteplici argomenti: i meriti di Lutero e le amicizie del Papa tra i luterani già dai tempi di Buenos Aires; l’ecumenismo del “fare insieme”; la sfida spirituale e intergenerazionale per le Chiese “invecchiate”. Tra l’altro il pontefice afferma: “Non si può essere cattolici e settari. Bisogna tendere a stare insieme agli altri”. Papa Bergoglio spiega che non prevedeva di celebrare una Messa per i cattolici in questo viaggio per “insistere su una testimonianza ecumenica”. Poi, “rispondendo alla fervida richiesta della comunità cattolica”, ha deciso di celebrare l’eucarestia, allungando il viaggio di un giorno, perché “fosse celebrata non nello stesso giorno e non nello stesso luogo dell’incontro ecumenico per evitare di confondere i piani”.
Infine, il cuore delle sue riflessioni. Jorge Mario Bergoglio riassume i “meriti” di Lutero in due parole: Riforma (“fondamentale perché la Chiesa è semper reformanda”) e Scrittura (“Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo”). Ampia l’attenzione al tema dell’ecumenismo: senza mettere in dubbio il ruolo del dialogo teologico, il Pontefice sottolinea che “fare qualcosa insieme è una forma alta ed efficace di dialogo” in particolare, preghiera e opere di misericordia. Posto poi che “fare proselitismo nel campo ecclesiale è peccato”, ricorda “l’ecumenismo del sangue”: “Nell’unità quello che non sbaglia mai è il demonio. Quando i cristiani sono perseguitati e uccisi lo sono perché sono cristiani”. In questo senso definisce il Medio Oriente come “terra di martiri”.