Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 12 settembre 2024
 
 

Allarme su bullismo e cyber bullismo

16/05/2011  Sempre più famiglie denunciano gli episodi che si verificano nelle classi dei figli

Le famiglie denunciano gli episodi che si verificano nelle classi dei loro figli  I genitori si stanno armando di sempre maggior coraggio e, finalmente, scelgono di denunciare anche i più piccoli episodi di bullismo o microbullismo che si verificano nelle classi scolastiche dei loro figli (parliamo di circa il 50% delle famiglie). A dirlo sono i dati di una ricerca Eurispes Toscana e Censis 2008 presentati durante il recente convegno Tutti  i colori del buio:i contenuti pedagogici dell’azione associativa, come risposta al bullismo e alla disgregazione sociale, svoltosi a Firenze nella sede della Provincia (Palazzo Medici Riccardi).

Come spesso accade in questi casi, i risultati dello studio parlano da soli. Infatti, tra le diverse forme di prepotenze rilevate, il 28,7% si riferisce a offese e minacce rivolte verso un solo alunno, il 25,9% a scherzi parecchio pesanti o a offese mirate, mentre quasi il 25% di questi comportamenti costringe le vittime a rinchiudersi in un totale isolamento o, addirittura, li conduce fino all’esclusione dal gruppo. Per il 21% dei casi analizzati, inoltre, si parla di percosse e di furti, mentre quasi il 6% denuncia la diffusione di video umilianti e insulti via sms oppure via mail.

I dati sul cyberbullismo (che coincide con azioni aggressive e intenzionali, poste in essere attraverso mezzi elettronici, tra cui sms, chat, immagini, video, siti web e blog) non sono da meno: si parte dal Flaming (messaggi elettronici violenti finalizzati a scatenare e ad alimentare battaglie verbali on line), si prosegue con l’Harassment (molestie attraverso l’invio ripetuto di messaggi offensivi e minacciosi), per concludere con l’Exclusion, (l’esclusione intenzionale della vittima da un gruppo virtuale).

Dalle interviste realizzate con i ragazzi e le ragazze di scuola superiore emerge che ben il 39% è a conoscenza di quanti sono vittime del bullismo digitale: tra queste, il 33% sono ragazzi e il 35% ragazze. Questa forma di bullismo appare più diffusa fra le ragazze: il 23% delle alunne delle scuole superiori dichiara di essere stata vittima di questo tipo di violenza, a fronte di un 6% tra i maschi.

I suggerimenti dell'esperta

Di fronte al dilagare di questa piaga, la famiglia, la scuola e le altre istituzioni devono limitarsi alla sola denuncia oppure possono intervenire più attivamente? Secondo la psichiatra e psicoterapeuta Federica Mormando «il personale scolastico deve essere unito nel far rimpiangere ai bulli di essere stati cattivi, per esempio, destinandoli a passare molto tempo in azioni utili alla comunità. La scuola deve essere interessante e riuscire ad appassionare ognuno a qualcosa. E, soprattutto, deve individuare le qualità anche dei bulli e provare a valorizzarle. La famiglia, dal canto suo, deve educare i figli a una giusta aggressività, a saper reagire alle offese in giusta stima di sé».

«Scuola e famiglia», conclude l’esperta, «devono impegnarsi a conquistare la fiducia e la stima dei ragazzi, in modo che denuncino ogni forma di bullismo: la complicità di “vittime” che temono più i persecutori di quanto non si fidino di chi li deve difendere è il più potente alleato dei bulli».

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo