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Benessere

"Allenando" l'organismo si può anche guarire

23/02/2015  Eliminare dalla dieta i cibi che ci fanno stare male, secondo l’allergologo Attilio Speciani, non è corretto: bisogna abituare il corpo a tollerarli gradualmente. Sui bambini piccoli il metodo funziona molto bene.

Le “intolleranze alimentari” non sono né allergie nascoste né disturbi psicosomatici, ma reazioni dell’organismo ad alimenti nuovi o non ingeriti da tempo. Guaribili, come del resto le allergie». Attilio Speciani allergologo e immunologo studia le reazioni alimentari da 30 anni, e da sempre è attento alla medicina complementare.
È un convinto assertore dell’idea che escludere un alimento dalla dieta non solo non aiuti i soggetti con intolleranze, ma anzi li renda sempre più sensibili alle sostanze temute.

- Dottor Speciani, intolleranze e allergie hanno un’origine comune?

«In comune c’è un processo infi ammatorio, nelle allergie è mediato dagli anticorpi IgE ma non è vero che nelle intolleranze non è coinvolto il sistema immunitario. L’immunologo americano Fred Finkelman ha provato che i cibi, tutti, sono un po’ come i microbi e i virus: abbiamo quantità di anticorpi diversi per ogni alimento con cui entriamo in contatto. Occhio: non le temibili IgE sviluppate nelle allergie a pollini e noccioline, ma le IgG. Le stesse che ci dicono se abbiamo avuto una certa infezione. Un esame del sangue può dirci se abbiamo litigato con un certo cibo la prima volta che lo abbiamo incontrato».

- In effetti l’allergologo per prima cosa cerca le allergie…

«Esatto. Tuttora da una parte si cercano anticorpi IgE nelle persone sbagliate e dall’altra fi oriscono pseudo-ricercatori e pseudo-test. Ma in realtà le reazioni agli alimenti non si esauriscono certo nelle allergie».

- È vero che dall’intolleranza si può guarire?


«Anche l’allergia è reversibile. Siamo tutti “intolleranti” e tutti scateniamo una risposta immunitaria rispetto a ciò che mangiamo. Ogni persona ha dalla nascita un livello diverso per ogni alimento, un suo profi lo alimentare che può “allenare”. Da tre-quattro anni si ipotizza di placare non solo le “intolleranze” ma anche le più gravi allergie IgE mediate con dosi crescenti di cibi che attivano una forte reazione immunitaria. Diverse pubblicazioni testimoniano il pieno recupero della tolleranza almeno in un 70 per cento di bambini allergici “ri-svezzati” sciogliendo quantitativi crescenti di noccioline, proteine del latte, e altri alimenti in acqua».

- Quali sono i test sperimentali di sicuro affi damento oltre alla misurazione delle IgG?

«Nel nostro studio a Milano ci siamo concentrati su due sostanze che creano infi ammazione, le citochine Baff e Paf: ne misuriamo i livelli nell’intestino e nel plasma di chi lamenta fastidi dopo aver ingerito per esempio pasta o latticini; abbiamo in corso uno studio sulle donne in gravidanza con i ginecologi del Buzzi, guidati dal professor Ferrazzi. Le osservazioni fi n qui confermano che l’alimento interferisce nel sistema immunitario coinvolgendo sostanze “parenti” di quelle coinvolte nello scatenare artriti, coliti, Crohn e altre patologie infi ammatorie. Ecco perché da qualche anno si parla non più di “intolleranze” ma di “infi ammazioni da cibo”: un’accezione positiva. Ciascuno di noi reagisce, meglio o peggio, a un cibo ma non è vero che non lo tolleri. Considerare intolleranza una reazione infi ammatoria vuol dire escludere dalla dieta, sbagliando, un alimento al quale invece abituarci ci rafforzerebbe».

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