Era il 18 giugno 2022 quando Giovanni Allevi annunciò sui social la scoperta della malattia: un mieloma, «una neoplasia dal suono dolce, ma non per questo meno insidiosa» disse, che da allora lo ha tenuto lontano dalle scene, ha piegato il suo fisico ma non la sua voglia di vivere e condividere con i fan i momenti difficoltà, ma anche la gioia dei piccoli, grandi progressi quotidiani.
Ora il compositore è pronto per tornare a suonare il pianoforte dal vivo, davanti al suo pubblico: lo farà sul palco dell'Ariston, ospite speciale della seconda serata del festival di Sanremo. «Sarà testimonial della sua battaglia» spiega Amadeus, «portavoce di coloro che si trovano nella sua situazione». A questo, infatti, si sta preparando Allevi come scrive il suo staff in un post di qualche giorno fa dalla sua pagina Facebook “Giovanni in questi giorni è concentrato e silenzioso, per preparare il suo impegnativo monologo sulla malattia, da quella che forse è diventata una delle platee televisive più vaste e importanti del mondo. Sarà una grande emozione ascoltare le sue parole e vederlo di nuovo suonare la sua musica al pianoforte”.
Collegato con il Tg1 a fine novembre, il giorno in cui Amadeus ha annunciato la sua presenza al festival, t-shirt e berretto nero, il maestro aveva salutato con un bacio le tantissime persone che hanno seguito con apprensione e caloroso affetto il suo travagliato percorso. «Sono profondamento grato per questo invito a Sanremo. Chissà che emozione sarà suonare di nuovo il pianoforte davanti al pubblico. Avrò anche la grande responsabilità di lasciarvi una riflessione nel mezzo di una battaglia contro la malattia, non ancora del tutto vinta. Sarò la voce dei tanti guerrieri che affrontano la sofferenza portando in fondo al cuore un forte attaccamento alla vita. Grazie Amadeus! Ci vediamo a Sanremo!».
Il musicista, in questi lunghi mesi, ha raccontato sui social i "draghi interiori", lo sforzo della meditazione per combattere i momenti più duri, l'impegno a trasformare la malattia in melodia, il ringraziamento sincero agli operatori sanitari che lo hanno sostenuto nel percorso. In un post di fine dicembre scriveva: "Ciò che davvero conta è creare una scintilla dal buio dell’anima, in totale solitudine. Possiamo trasformare la nostra solitudine in un momento di riflessione che ci porta a creare qualcosa di magnifico”. Forza Giovanni!