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giovedì 16 gennaio 2025
 
 

Allevi, lascia stare Beethoven!

03/08/2013  Al Giffoni film festival il compositore marchigiano ha detto che la musica di Jovanotti ha più ritmo di quella dell'autore della Nona sinfonia. Così ha rinfocolato l'infinita diatriba fra leggera e classica. Ogni genere ha la sua dignità, ma bisogna avere il senso delle proporzioni. Parliamone.

Abbiamo dunque appreso che a Beethoven manca il ritmo. Anzi, è l'intera musica classica a soffrire di questo deficit. Per nostra fortuna, c'è un altro genere musicale che di ritmo abbonda: la leggera. Infatti, Jovanotti è meglio di Beethoven, la musica leggera ha più ritmo della classica.

Dobbiamo la rivelazione a Giovanni Allevi, il 44enne compositore marchigiano, che al Giffoni film festival ha raccontato come è stato folgorato da questa verità: «Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos'è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l'innamoramento nei confronti della musica classica proprio perchè manca di ritmo».

Viene un dubbio: Allevi avrà confuso Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, con il compositore Cherubini, vissuto a cavallo fra '700 e '800? E se non avesse lavorato con Jovanotti, sarebbe mai giunto a questa conclusione?

Scherzi a parte, la stecca di Allevi - non la prima, per la verità - è riuscita a rinfocolare l'annosa diatriba sulla presunta superiorità di un genere musicale sull'altro: è meglio la leggera della classica? La vera musica è solo il jazz? La classica è musica d'altri tempi? Il rock è finito? E così via... Negli altri interventi del dossier, il lettore incontrerà posizioni equilibrate. Anche illustri esponenti della classica, invitano a rispettare la dignità di ogni genere musicale, a patto che non si perda la consapevollezza della loro diversità (si veda il fulminante parere di Nicola Piovani).

Ecco: forse ad Allevi difettano, più che il ritmo, l'equilibrio nel giudizio e la consapevolezza della differenza fra le cose.

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