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domenica 13 ottobre 2024
 
Il Progetto di Yuval Avital
 

Alma Mater, la voce delle nonne di tutto il mondo

08/07/2015  Il nuovo progetto dell'artista Yuval Avital raccoglie le voce delle donne, intrecciandole a quelle della terra e dell'acqua. Accanto, il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 29 agosto.

La nonna di Yuval Avital. In alto: l'installazione in una foto degli Allievi del corso di fotografia di scena dell’Accademia Teatro alla Scala.
La nonna di Yuval Avital. In alto: l'installazione in una foto degli Allievi del corso di fotografia di scena dell’Accademia Teatro alla Scala.

“Il rapporto più intimo che esista è quello fra nonna e nipote. Perché la nonna è una specie di doppia mamma”. Yuval Avital, nato a Gerusalemme nel 1977, compositore, chitarrista e creatore di eventi in cui suono e visioni si fondono in suggestioni uniche, sfoglia le foto che lo ritraggono fra le braccia delle sue nonne. E spiega che per creare Alma mater - “installazione icono-sonora per una foresta di 140 altoparlanti, leggendarie étoile del Teatro alla Scala e merlettaie” ospitata dall’8 luglio al 29 agosto dalla Fabbrica del Vapore di Milano - il punto di partenza sono state loro e le loro voci.

“Sì, sono partito dalla voce di mia nonna Presiada, che aveva otto figli che comandava con una sola parola”. Ma cosa è Alma Mater? E’ la Terra. Rappresentata sul manifesto dal volto di una nonna che sorride ai visitatori: un volto antico, solcato dalle rughe della saggezza. Per comprendere cosa attende i visitatori-spettatori al di là dell’ingresso della Cattedrale (così si chiama lo spazio architettonico di 1200 metri quadrati della Fabbrica) ritroviamo le parole di Yuval: “Questa selva di altoparlanti – dice mostrando una serie di diffusori di suono che stanno per essere sospesi o collocati alla base delle colonne - si trasforma in una foresta sonora. Passeggiando, ed il visitatore potrà farlo in libertà, si ascoltano le voci delle nonne di tutto il mondo. Le loro voci, le loro storie, i loro canti, le loro ninnananne da me raccolte ed intrecciate in una grande partitura sonora costituiscono la base musicale di Alma Mater. Fermandosi in un punto si percepirà una particolare prospettiva sonora, proprio come sostando davanti ad un albero in una foresta che è un insieme di tanti alberi diversi”.

Ma non è tutto: “In un angolo ci sarà il lavoro di 200 merlettaie. A turni di 3 tesseranno un merletto: anche questo per me è un simbolo: perché la donna ricuce quello che l’uomo disfa. Ed al centro dello spazio ci sarà la terra lombarda, a disegnare la spirale del Terzo Paradiso dello scultore Michelangelo Pistoletto: un ulteriore ricordo delle nostre origini. Lo spazio sarà immerso in un buio rischiarato dall’installazione luminosa di Enzo Catellani, con punti luce di solo un watt”.

Da dove provengono le voci delle nonne? “Le ultime le ho raccolte per strada, fermando delle giapponesi qui a Milano. Le altre provengono dagli archivi etnografici di tutto il mondo, a partire da quello lombardo. Di ogni registrazione ho ritagliato frammenti, a volte anche di un solo secondo a volte interi, che ho poi ricomposto in un gigantesco puzzle musicale. Ho impiegato 2 anni. Ma non ci sono solo le voci delle nonne: c’è il canto della Terra, che mi hanno fornito gli istituti geologici. L’acqua, il terremoto, il mare”. Sullo sfondo dello spazio appaiono le immagini di Liliana Cosi ed Oriella Dorella, vestite di bianco su sfondo nero: “le stelle della Scala non danzeranno su un soggetto, non ho voluto assolutamente un coreografo. Ma disegneranno gesti che abbiamo studiato insieme. Sono gesti forti, quasi sempre rallentati nel montaggio del video e sottolineati dai loro volti intensissimi. Sono i gesti della Donna, della Madre, e della Terra”.

E nella città che ospita l’Expo e che si domanda come nutrire il pianeta questo evento è una sorta di padiglione esterno. Imperdibile.

 
 
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