Uno spazio di riflessione e preghiera che accompagnerà il cammino del Sinodo. “Amazzonia: casa comune” sarà uno spazio fisico di incontro, di ascolto e di spiritualità per chi vuole conoscere l’Amazzonia. Dal 4 al 27 ottobre, nella chiesa della Traspontina, a due passi da San Pietro, e in alcuni luoghi limitrofi saranno promosse oltre 130 iniziative per approfondire le tematiche discusse dai padri sinodali e far conoscere la realtà delle popolazioni indigene. Mostre fotografiche, incontri con i ledare indigeni, soprattutto ascolto. Un calendario ricco di eventi (l’elenco si può consultare all’indirizzo www.amazzonia-casa-comune.org) nato dall’esperienza brasiliana della “Tienda dei martiri”, l’iniziativa svoltasi ddurante l’incontro del Celam ad Alarecida del 2007. «È una esperienza di ascolto» ha spiegato il comboniano fratel Antonio Soffientini, della segreteria esecutiva di “Amazzonia: Casa comune”, «e di accompagnamento, che sono due pecularità della Chiesa latinoamericana». Gli organizzatori, tra congregazioni religiose, volontariato ecclesiale,a associazioni, ne parlano già come uno dei primi frutti del prossimo Sinodo. «Abbiamo cominciato a incontrarci il 2 aprile», spiegano, ma in raltà questo è un cammino che viene da lontano. Il cardinale Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo e vicepresidente della Rete pan amazzonica (Repam) ricorda che già nel 1741 Benedetto IX si interessò delle popolazioni indigene dell’Amazzonia e che nel 1912 Pio X ha scritto una enciclica in difesa di queste popolazioni. Un tema che «non riguarda soltanto le popolazioni autoctone di lì, ma tutta l’umanità. Anche nell’incontro di Aparecida si è parlato dell’Amazzonia come bene per l’umanità non solo come polmone del mondo, visto che produce il 20 per cento dell’ossigeno del pianeta, ma per le sue culture e per le persone presenti, molte volt schiavizzate».
La parola ascolto è stata quella più usata nel presentare l’iniziativa. Anche padre Michael Czerny, segretario speciale del Sinodo per l’Amazzonia e prossimo cardinale, ha ricordato che «“Amazzonia: casa comune” è l’occasione per ascoltare qui a Roma, di vedere e di scoprire aspetti della realtà di cui il Sinodo tratta. È, essa stessa una forma di Sinodo, di cammino della Chiesa che include anche le persone originarie di lì».
«L’Amazzonia è lo specchio dell’umanità», insiste il cardinale Barreto Jimeno, «che ci insegna a vivere con sobrietà pensando a quanti riescono appena a sopravvivere».
Il primo evento, alla vigilia dell’apertura del Sinodo, è la veglia del 5 ottobre. Tra quelli più significativi segnaliamo anche il 12 ottobre, data della “scoperta” dell’America - «scoperta per gli europei, ma non per i nativi», sottolineano gli organizzatori - sarà celebrata una messa alla Traspontina, una celebrazione per la riconciliazione secondo lo schema del teologo Pedro Casaldaliga e della sua “Terra senza mali”. Il 19 è previsto un pellegrinaggio per le strade del centro di Roma, partendo da Monte Mario. Popolazioni indgene parteciperanno alla messa per la giornata mondiale missionaria, il 20 ottobre, e a quella conclusiva del Sinodo, il 27 ottobre.