Casale Monferrato sta studiando un monumeto che dia forma alla tragedia e riflette su cosa rimane da fare per fronteggiare la fibra killer.
Alghero ospita, tra l'altro, una mostra d’arte realizzata da studenti-artisti, incontri a tema e la proiezione del film “Un posto sicuro” per la regia di Francesco Ghiaccio.
Ma iniziative sono state organizzate un po' in tutta Italia. A 24 anni dalla sua messa al bando,
l’amianto angoscia ancora l'Italia e fa discutere. La fibra risulta tuttora diffusa sul nostro territorio:
le stime (per difetto) di
Cnr-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma
nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale conta 75mila
ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in
cemento amianto, il ministero dell’Ambiente riporta oltre 44mila siti
contenenti amianto di cui 2.236 bonificati e 41.350 ancora da
bonificare.
E ancora oggi in Italia muoiono 4mila persone ogni anno per tutte le
malattie asbesto correlate, con oltre 21mila casi di mesotelioma
maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben 6mila casi in più rispetto
al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesiotelioma di Inail
risalente al 2008).
E a fronte di questi dati, è ancora incompleta la
documentazione inviata dalle Regioni al ministero dell’Ambiente: la
Calabria addirittura non ha mai inviato il report annuale e altre cinque
regioni (Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non hanno
fornito i dati del 2014.
Il Piano Regionale Amianto (Legge 257/92), secondo l'ultimo
aggiornamento di Legambiente del marzo 2015, manca ancora in sei regioni
(Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna); solo 10 su 20
hanno concluso il censimento e altrettante hanno realizzato la
necessaria mappatura dell’amianto sul territorio. Per tutti questi
motivi, e per accendere i riflettori sul problema, domani si celebra la
giornata mondiale delle vittime dell’amianto.
Lo smaltimento rimane l'altro anello debole della catena, essendo
solo 24 gli impianti autorizzati (a marzo 2015) a ricevere materiali
contenente amianto distribuiti in solo 11 Regioni (Sardegna, Piemonte,
Toscana, Emilia, Lombardia e Basilicata, Abruzzo, Friuli, Liguria,
Puglia e la Provincia autonoma di Bolzano) ma con volumetrie a
disposizione sempre in constante calo. Significativo ancora il
quantitativo di rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia nel 2013:
414mila tonnellate, di cui 254mila esportate principalmente in Germania e
in altri Paesi esteri (Ispra 2015).
Con la legge di stabilità del 2015 sono state messe in campo risorse
pari a 45 milioni all'anno, dal 2015 al 2017, per la bonifica dei siti
industriali più critici, mentre con il collegato ambientale approvato a
fine dello scorso anno sono previste ulteriori agevolazioni per la
rimozione delle coperture in cemento amianto.
“Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento
dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a
zero il rischio connesso con l’esposizione alla pericolosa fibra –
dichiara il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti,
intervenuto oggi alle Giornate di studio di Casale Monferrato - Per
questo però occorre un serio impegno da parte delle Regioni e di tutti
gli enti locali e nazionali competenti".
Al Governo, Legambiente chiede un impegno ancora maggiore su scala
nazionale, per avviare da subito le bonifiche di tutti i siti
industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici e dalle strutture
ancora contaminate, a partire dai circa 400 siti individuati come
prioritari tra cui scuole ed edifici pubblici, rendendo così operativo
quanto previsto nel piano nazionale amianto presentato nel 2013 ma
ancora fermo.
E rilancia sull'importanza di riattivare il sistema degli incentivi
per la sostituzione eternit/fotovoltaico: con uno stanziamento di 20
milioni di euro si potrebbe realizzare la bonifica di oltre 10 milioni
di metri quadri di coperture in cemento amianto e avviare la produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili.