Ho letto con attenzione una puntata (n. 46/2022) della vostra rubrica in cui una mamma si dichiarava preoccupata per come veniva vissuto da sua figlia il primo amore, considerato che sembrava avere già i tratti di un “amore tossico”. Oltre alle molte cose utili scritte in quell’occasione, mi sento di dire che sarebbe importante condividere queste nostre osservazioni anche con i genitori di quel ragazzo, che, così giovane, sembrava avere già così precocemente un atteggiamento manipolatorio e controllante, come se fosse incapace di stare vicino alla persona amata in modo tenero e amorevole. Come mamma e donna, penso che anche quell’adolescente, essendo ancora giovane e in formazione, andrebbe aiutato e supportato a lavorare su di sé, a comprendere come il suo modo di vivere l’amore e la relazione con un “altro da sé” debba essere improntato ad altre modalità e gestito con ben altro equilibrio. LUCREZIA
— Cara Lucrezia, in una relazione tossica sentiamo l’urgenza di mettere in salvo la persona che subisce torti, manipolazioni, controllo e gelosia, cosa importantissima. Ma quando questi eventi accadono nelle storie affettive tra minorenni, come dici giustamente tu, è necessario fornire aiuto e supporto anche al ragazzo che agisce nella coppia in modo disfunzionale. Fin dai primi momenti in cui ci si accorge che un ragazzo esercita manipolazione e controllo, è importante che venga fermato e supportato nel non trasformare mai la propria partner affettiva in una persona che deve obbedire e sottostare alle sue aspettative e prescrizioni.
Spesso i maschi aderiscono a questo genere di copione, in modo quasi inconsapevole, perché lo hanno appreso all’interno di una cultura di genere che incita l’uomo a considerarsi colui che, in una relazione, detiene il potere e che di fronte a eventi inaspettati, conflitti, dubbi o ansie – che spesso compaiono nella vita di coppia – non chiede mai aiuto, ma ricorre alla minaccia e al controllo per rendere “obbediente” alle sue aspettative la persona che non gli corrisponde. C’è molto lavoro da fare per promuovere l’educazione emotiva, affettiva e relazionale dei nostri figli maschi.
Troppo spesso, ancora oggi viene esaltato il mito “del bello e dannato” che fa soffrire la sua compagna oppure dell’uomo che “non deve chiedere mai” anche quando vive una crisi emotiva e affettiva profonda. Oggi nessuno aiuta i ragazzi a sviluppare un’educazione sentimentale e una competenza empatica con cui abitare una relazione amorosa in modo sano e gratificante per entrambi i partner. Su questo tema ho scritto Ragazzo mio. Lettera agli uomini veri di domani (De Agostini ed.), in cui parlo ai giovani lettori di amore, sessualità, rispetto, emozioni. Soprattutto mostro attraverso dialoghi con giovani pazienti, esempi e storie di vita quanto sia importante per i maschi validare e dare parola ai loro stati emotivi di tristezza e paura