ANNA - Anche all’interno della Chiesa ci sono i gradi: preti, vescovi, cardinali... Questa è una cosa che proprio non mi va.
A causa dell’umana fragilità ogni posto di responsabilità rischia di diventare uno strumento di potere, di vanità e di gratificazione personale. La Chiesa è fatta di esseri umani e non è esente da questa deriva mondana, nonostante le chiare parole di Gesù: «I governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così: ma chi vuole diventare grande sarà vostro servitore» (Mt 20,25-26). Diaconi, presbiteri, vescovi non sono scatti di carriera, ma tre diverse partecipazioni al sacramento dell’Ordine per tre diversi servizi al Vangelo di Dio e alla sua Chiesa.
Riguardo a tutti i ministeri, compresi quelli laici, è scritto che «nessuno li deve interpretare come attribuzione onorifica o accrescimento di potere» (Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri, Premessa Cei, 2). Il cardinalato, inoltre, non è un ministero, ma una dignità ecclesiastica che impegna alcuni vescovi a essere particolari collaboratori del Papa ed eventuali elettori del suo successore.