Il 3 dicembre, giornata della disabilità, finalmente è arrivato, e con lui la grande occasione di porre nuovamente l’accento sulla disabilità o, meglio ancora, su chi la disabilità la porta con sé. Sono tante le cose da dire, molte già sono state espresse. Per questa ragione oggi voglio concentrarmi sul diritto alla bellezza. È un tempo fertile perché si prova a fare molto per le persone disabili, rimanendo però spesso sul necessario. La sfida sarà proprio quella di garantire il vivere e non solo il sopravvivere. Proviamo a pensare a quante cose belle rendono dolce la nostra vita: fare un viaggio, andare in un museo, prenotare la visita in un parco. Ebbene, per molti di noi significa trovarsi davanti a un miraggio: ascensori che non funzionano, mezzi pubblici non accessibili, siti internet per nulla blind friendly o musei poco sensibili all’argomento.La bella notizia è che inizia a invertirsi la rotta, e sempre più persone pongono l’attenzione su questi temi.
A me la disabilità ha cambiato la vita, mi ha regalato l’incontro con un sport, lo sci nautico, che altrimenti mai avrei praticato. Dai titoli mondiali poi è nata l’opportunità di raccontare la mia storia in tanti contesti prestigiosi, ultimo in ordine di tempo proprio all’interno del programma Rai O anche no, che ci condurrà a fare un viaggio straordinario. Un viaggio che racconta quanta bellezza porta con sé la disabilità, e quanto ancora c’è da fare per garantire a tutti qualcosa in più: l’accesso al bello. Questa è la differenza tra sopravvivere oppure vivere con una disabilità. Andremo a spasso tra musei accessibili, musica ascoltata da persone sorde ed esaltata da altre persone “sane come pesci” che hanno trovato ispirazione e gioia nell’incontro con la disabilità. Questo ci racconta che c’è chi porta la disabilità e chi la guarda da fuori, e l’incontro può comunque essere intenso e illuminante.
Molto più dei successi che la mia carriera mi ha regalato, vado fiero del percorso. Dico questo perché ormai siamo in una società in cui conta la foto al traguardo, o meglio noi ci esaltiamo per la foto al traguardo. Qualsiasi successo reale, nello sport, a scuola, nella sfera personale o professionale dipende tantissimo dal percorso che siamo disposti a intraprendere; ha a che fare con il coraggio di cominciare e perseguire lo sforzo che siamo pronti a fare per amore, amore di ciò che ci piace. Spesso si pensa che chi ha una disabilità sia un super eroe, io credo che siamo tutti super eroi, nel momento in cui impariamo a fare qualunque cosa partendo dal volerci bene per quello che già siamo. L’incontro con la disabilità può arricchire il nostro percorso. Il diritto alla bellezza richiama proprio questo concetto: l’ambiente condiziona chi lo vive e viceversa, in un’armonia d’inclusione che può riguardare chiunque, in cui tutti devono sentirsi coinvolti.