Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 09 ottobre 2024
 
dossier
 
Benessere

Anche più medicine per curare l'ipertensione

02/04/2015 

I farmaci contro l’ipertensione si classificano in sei famiglie: diuretici, Ace-inibitori, sartani, betabloccanti, calcioantagonisti e (molto meno usati) alfabloccanti. Ogni famiglia ha un modo tutto suo di arrivare a rendere elastiche vene ed arterie. Ad esempio, gli Ace-inibitori riducono la quantità circolante di angiotensina, un ormone che contribuisce a irrigidire le arterie e crea vasocostrizione.

Anche i sartani hanno un meccanismo simile, capace dunque di dilatare i vasi e ridurre la pressione. «Altra possibilità di dilatare i vasi è agire sui recettori beta che stanno nel cuore e nella parete dei vasi e dei bronchi», spiega Parretti. «Molti betabloccanti sono controindicati se c’è bronchite ostruttiva ma ci sono betabloccanti selettivi che funzionano senza toccare i bronchi».

I diuretici, forse la più “antica” delle famiglie, «agiscono “spremendo” le pareti dei vasi e richiamandone acqua dalle cellule; questo determina elasticità di parete. I calcioantagonisti infi ne impediscono l’ingresso del calcio nella cellula delle pareti delle arterie, tra le conseguenze c’è la capacità di migliorare la dilatazione dei vasi». Ogni famiglia ha un gruppo-bersaglio particolare di beneficiari. «Se do un betabloccante a un paziente con tachicardia, che cioè ha tanti battiti, ne trarrà maggior benefi cio; se invece ho un diabetico devo rendere fl essibili i vasi e uso Ace-inibitori, mentre i diuretici sono indicati per i pazienti con ritenzione idrica». Parretti avverte: «Non in tutti i pazienti riusciamo a tenere sotto controllo la pressione nelle 24 ore con una sola medicina. Qualcuno nello svegliarsi al mattino scopre di avere la pressione alta e di non essere coperto. In questo caso, si aggiunge una o mezza dose di pastiglia di sera per coprire l’intervallo notturno e magari si cambia tipo di farmaco per alleggerire il rischio di sovraccaricare l’organismo di una certa sostanza».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo