Lo scrittore cattolico Gilbert K. Chesterton diceva che «verranno attizzati fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate». Ecco, ci siamo. E la scuola italiana sembra diventato il luogo ideale per operazioni ideologiche di questo tipo dove la più bella esperienza umana – dire mamma e papà – viene sacrificata sull’altare del politicamente corretto. Il pretesto, ça va sans dire, è sempre lo stesso: scongiurare il pericolo di potenziali discriminazioni. Ma di buone intenzioni, si sa, è lastricata la strada dell’inferno.
Così, allo storico liceo classico Mamiani, uno degli istituti simbolo del ’68 a Roma e che vanta tra i suoi alunni il Nobel Emilio Segrè, i fratelli Muccino, Altiero Spinelli e Nicola Piovani, tanto per fare qualche nome, sul libretto delle giustificazioni degli studenti spariscono “padre” e “madre” per far posto a “genitore 1” e “genitore 2”. Non è la prima volta. Proposte analoghe sono state presentate a Bologna e Venezia e rilanciate anche dal ministro Kyenge.
A cambiare la dicitura ci ha pensato la preside dell'istituto, Tiziana Sallusti, che replica alle critiche che piovono, soprattutto dal centrodestra: «“Genitore 1” e “Genitore 2” non vuole essere un'offesa a nessuno, sia ben chiaro, meno che mai alla famiglia. Non c'è nulla di più prezioso di una madre e di un padre, ma non si può fare finta di non vedere che oramai più della metà dei nostri studenti vive in famiglie allargate, dove uno dei due non è il genitore naturale, ma si prende cura del ragazzo come se lo fosse. Ecco perché nel libretto delle giustificazioni c'è scritto “Genitore 1”, “Genitore 2”. È stato semplicemente naturale, anche perché è una richiesta che ci viene dalle famiglie. La scuola deve rispettare tutti i tipi di famiglia, se è naturale ben venga, ma se ci sono dei genitori separati e risposati, di questo la scuola non può non tenere conto». E, da persona abituata a gestire cose pratiche «a scuola e nella vita», la preside fa un esempio: «Quando uno studente si ammala e vuole andare a casa, se a prenderlo arriva il nuovo compagno della madre, dopo aver correttamente lasciato in segreteria gli estremi di un documento e che a tutti gli effetti, insieme alla madre, si occupa del ragazzo, non bisogna lasciarglielo portare via?».
Insomma l'importante per la scuola è che chi firma la giustificazione si ala stessa persona che ha depositato la firma in segreteria. Ma c'è chi in questa piccola rivoluzione vede una minaccia al tradizionale assetto della famiglia. Federico Iadicicco, membro della costituente regionale di Fratelli d'Italia, tuona contro il provvedimento e lo definisce una «boutade propagandistica». A lui fa eco il capogruppo del Pdl capitolino, Sveva Belviso: «Si tratta di una ridicola carnevalata arrivata in anticipo sulla stagione». E di «idiozia ideologica» parla su Twitter il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Fabio Rampelli.
Plaude invece all’inizativa Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center: «La decisione del liceo Mamiani di sostituire sui libretti degli studenti la dicitura “genitore 1″ e “genitore 2″ invece di padre e madre è molto positiva e va nella direzione giusta anche per non discriminare i genitori gay e lesbiche. Ora questa decisione deve essere d’esempio affinché diventi una regola a livello nazionale valida per tutte le scuole e serva per lottare contro le discriminazioni verso tutte quelle forme di famiglia che esistono nella società».
Le critiche di cui la preside Sallusti si meraviglia: «Se la famiglia è naturale, tanto meglio. Ma si deve tenere conto di ogni situazione. E all'atto di iscrizione, questo viene scrupolosamente fatto. Invece di fare critiche - tuona - i politici dovrebbero occuparsi di fare politiche davvero a sostegno della famiglia». Ma cos'è una famiglia? «Chi vive sotto lo stesso tetto prendendosi cura l'uno dell'altro», ha detto la preside. «Ai ragazzi, quando sono amati, queste quisquilie interessano poco».
Nella polemica sono intervenuti anche deputati di Scelta Civica Paola Binetti e Gian Luigi Gigli. «La presidenza», hanno scritto in una nota, «ha addotto come giustificazione per questa operazione, tutt'altro che banale o irrilevante, i cambiamenti sociali avvenuti in questi anni nel modello famiglia. Il che implica che al Mamiani vi è ormai la comune convinzione che il ruolo del padre e della madre siano sostanzialmente irrilevanti e che pertanto le loro specificità non vadano tutelate. Ma, trattandosi di uno dei licei classici di più antica tradizione nella città, stupisce che il cambiamento dei termini non abbia sollevato un forte e intenso dibattito sul valore delle parole, dei ruoli e della loro interazione»