Entri nel teatro e, prima sorpresa, c'è qualcuno ad accoglierti: "Ciao. Come va? È la prima volta che vieni?". Poi ti prendono il cappotto e lo appendono. Prima di accomodarti in sala, ti spiegano che sarai coinvolto, sia che tu sia un bambino, sia che tu sia un adulto, nella recitazione e ti assegnano dei simboli o dei costumi.
Anche il palcoscenico ha qualcosa di strano: ci si siede su dei tappeti, solo per chi proprio non ce la fa sono disponibili delle sedie. Comincia lo spettacolo: il ranocchio-mascotte presenta la fiaba del giorno e ripete che anche tu, bambino o adulto non importa, sarai protagonista.
L'avvio è tradizionale: arrivano in scena gli attori, bravissimi, e il racconto inizia... Ma ecco che il ranocchio chiama tutti coloro che, ad esempio, hanno il simbolo giallo. Un gruppo di bambini si alza, corre in una stanza, dove verrà istruito sul da farsi, e pochi minuti dopo, mescolato agli attori professionisti, corre, recita, fa versi, canta. Preso l'applauso, i bambini tornano a sedersi e la storia continua, affidata di nuovo alla compagnia.
Più avanti, riecco il ranocchio: questa volta chiama tutti i papà, quelli a cui il signore, all'inizio, ha dato un cappello. E i papà si alzano, vanno in una saletta per ricevere indicazioni sulla loro parte, quindi entrano in scena, gridano, cantano... Anche loro si prendono l'applauso e ricevono il "bravo!" di figli e mogli, le quali, pochi minuti dopo, saranno chiamate a fare altrettanto...
Cronaca di un'ordinaria domenica di teatro con La casa delle storie. Che di ordinario non ha nulla. L'accoglienza iniziale dà immeditamente una sensazione di familiarità, di amicizia, spazzando via ogni freddo anonimato. Sedersi per terra, sbriciola divisioni fra pubblico e attori e annulla formalità che creano distanza. La chiamata a prendere parte attiva nella recitazione, poi, è un momento di divertimento e di crescita, tanto per i bambini (abbiamo visto ragazzini timidissimi dispiacersi perché i loro ruoli erano finiti), quanto per gli adulti.
Un rapporto umano diretto e l'idea di fare-teatro sono le carti vincenti della Casa delle storie, una compagnia che, da quest'anno, ha trovato sede al Teatro della luna al Forum di Assago. Lavorano sulle fiabe classiche - Cappuccetto rosso, Il gatto con gli stivali, Il lupo e i sette capretti, Hänsel e Gretel, Il pifferaio magico, Il brutto anatroccolo - rivisitandole attraverso il coinvolgimento diretto degli spettatori. Il cui piacere, dunque, raddoppia, perché da una parte assistono allo spettacolo, dall'altra ne fanno parte.
Grandi e piccoli escono soddisfatti ed entusiasti. E genitori e figli, avendo condiviso un momento di gioia (che bello per i bimbi vedere i grandi lasciarsi andare!), si sentono più vicini e hanno molto di cui parlare.
Ecco come la Casa delle storie presenta il suo progetto:
Info: www.lacasadellestorie.it