«Sarà l'occasione per creare un momento di alto contenuto». Andrea Chiodi è il regista dell'evento in piazza Duomo, lunedì 18 maggio, che la Diocesi di Milano e la Caritas ambrosiana organizzano per celebrare la presenza della Chiesa all'Expo e accogliere i delegati Caritas di 164 Paesi del mondo. Regista teatrale varesino, 35 anni, Chiodi è specializzato nella direzione di sacre rappresentazioni in grandi spazi aperti, come lo spettacolo Siate miei testimoni, messo in scena nelle catacombe di San Callisto a Roma (per la Pontificia Commissione ai beni culturali).
Un anno fa, l'8 maggio 2014, il cardinale Scola lo ha voluto alla regia della serata di musica, teatro, arte e preghiera in piazza Duomo che ha avuto un grandissimo successo. «Sono onorato della fiducia che mi è stata ridata dopo quel grande evento dello scorso anno. La serata del 18 maggio non è un semplice spettacolo, si tratta di una kermesse che unisce una grande serietà di contenuti e la presenza della piazza, popolare, enorme, davvero di tutti, nel centro della città. Dovevo trovare il modo per parlare a tutti, pensare a un evento che coniugasse il contenuto profondo e la popolarità, che si rivolgesse a qualunque tipo di pubblico senza abbassare la qualità della proposta. Ho fatto una riflessione: adesso, con l'Expo, si parla tanto della natura, delle coltivazioni, della terra, dell'acqua. Ho così pensato alla Creazione, alla Genesi. Che cosa c'è di più grande che raccontare che tutto nel mondo è un grande dono? Il Creato è un concetto universale, che non appartiene solo alla Chiesa ma a tutti».
Individuata la partenza, Chiodi ha cercato di capire con quali occhi guardare a questo contenuto. «Ho scelto di farlo con gli occhi di un bambino, perché sono gli sguardi dei più piccoli che ci permettono di cogliere il valore autentico delle cose». Allora, tutto comincia con un bambino - una sorta di Marcellino Pane e Vino - che arriva sulla scena davanti a un grande libro sul quale è impresso il titolo della serata "Siete tutti invitati". Da qui comincia la narrazione: «Ho chiesto alla grande Piera degli Esposti di leggere la Genesi; per poi passare a un brano dei Promessi sposi sulla figura di Fra Cristoforo, dedicato al tema del perdono. Per questo testo ho chiamato Elisabetta Pozzi, un'altra straordinaria figura femminile del teatro italiano».
Seguirà poi la lettura di due brani del Vangelo che mettono in luce l'attenzione profonda che nel Nuovo Testamento viene data al cibo: il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci e quello della trasformazione dell'acqua in vino. «Per commentare quest'ultimo brano Luca Doninelli ha scritto un testo dedicato alla figura di Maria. Giacomo Poretti presenta invece un suo testo dedicato alle grandi abbuffate nel Vangelo. La lettura finale sarà l'Inno della carità di San Paolo, per riaffermare che il cibo va donato e condiviso». Ci sarà poi tanta musica di qualità.
«Il pubblico ha voglie di sentire grandi cose, contenuti seri e importanti. Se le proposte vengono avanzate la gente risponde. Le persone desiderano grandi azioni emotive, non è vero che si accontentano solo delle frivolezze e del puro intrattenimento». Ed è bello che eventi dai significati profondi siano proposti in grandi spazi aperti, come piazza Duomo. «In fondo è un ritorno allo spirito originario del teatro sacro, che veniva proprio rappresentato sui sagrati delle chiese, dove c'era posto per tutti».
Chiodi non ha ancora avuto modo di visitare i padiglioni in Fiera. «La Chiesa si è messa in gioco e la sua presenza "rischia" di diventare l'evento di maggiore spessore contenutistico di tutta l'Expo. Dentro questa presenza c'è tutta la potenza della proposta cristiana, la forza di riflessione che sposta lo sguardo dal cibo materiale verso il cibo dell'anima, il pane più importante, che è l'Eucarestia».