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domenica 15 settembre 2024
 
ANNIVERSARIO
 

L'eredità della Grande guerra, Europa ricorda quelle tombe

01/11/2018  Lo storico Andrea Riccardi riflette sul Primo conflitto mondiale che, in tutto, causò almeno 16 milioni di morti,  segnò il tramonto del Vecchio Continente, cancellò quattro Imperi (tedesco, austro-ungarico, russo, ottomano), non risolse nessun problema creando semmai le condizioni per un nuovo conflitto. Quella tragedia ci lascia una lezione, oggi apparentemente inascoltata: dobbiamo custodire la pace evitando che odi e passioni ci dividano fino a farci combattere gli uni contro gli altri. Nel numero in edicola e in parrocchia Famiglia Cristiana pubblica il primo di tre dossier speciali

Sopra il Sacrario di Redipuglia  (Gorizia) il 4 novembre 2017. Foto Ansa. In copertina: Redipuglia alla vigilia della visita di papa Francesco avvenuta il 13 settembre 2014 (foto Ansa). In alto: l'ingresso delle truppe a Vittorio Veneto.
Sopra il Sacrario di Redipuglia (Gorizia) il 4 novembre 2017. Foto Ansa. In copertina: Redipuglia alla vigilia della visita di papa Francesco avvenuta il 13 settembre 2014 (foto Ansa). In alto: l'ingresso delle truppe a Vittorio Veneto.

Quest’anno si ricordano i cent’anni della Prima guerra mondiale. Sono voluto andare a Caporetto, oggi Kobarid, in Slovenia. Lì gli italiani furono sconfitti dagli austroungarici e dai tedeschi nel 1917 in una delle più grandi battaglie in territorio montano della storia dell’umanità. In Italia Caporetto è divenuto, nel linguaggio corrente, sinonimo di sconfitta e disastro. I libri di storia sono pieni di narrazioni di quella disfatta. Al contrario, per la Slovenia non è un fatto così ricordato, anche se c’è un museo ben fatto e obbiettivo. Non se ne parla nemmeno nei Paesi che formavano l’allora Austria-Ungheria. Eppure a Caporetto, nel 1917, morirono ben 50.000 tra austriaci, ungheresi, cechi, slovacchi, bosniaci, con i tedeschi venuti loro in aiuto. Da parte italiana ci furono più di 10.000 morti e 30.000 feriti. Un fiume di profughi (circa un milione) lasciò la regione. Più di 250.000 italiani furono fatti prigionieri. Fu una battaglia terribile, su un terreno impervio e in condizioni climatiche dure.

 

Le bandiere degli Stati membri dell'Unione europea fuori dal Parlamento di Strasburgo. Foto Reuters.,
Le bandiere degli Stati membri dell'Unione europea fuori dal Parlamento di Strasburgo. Foto Reuters.,

Questo è il volto della guerra. Mi torna in mente che mio nonno, ufficiale dell’esercito, fu fatto prigioniero a Caporetto e portato in Germania. Poco più di venticinque anni dopo, mio padre fu preso dai tedeschi in Albania e portato in Germania. Diversa è la storia della mia generazione, la prima che ha goduto della pace in Europa occidentale. Dopo due guerre tra europei che hanno incendiato il mondo, i governanti e i popoli del continente hanno capito come i nazionalismi siano una follia. L’unico futuro di pace e prosperità per gli europei sta nella via dell’unità del continente. Questa è la convinzione maturata nella storia del Novecento. Non bisogna dimenticarla, anche avendo il coraggio di mettere da parte quanto può dividerci tra europei. Mai farsi trascinare dagli odi o dalle passioni, che sembrano a prima vista più autentici e capaci di interpretare gli interessi della gente.

 

Decine di persone sorreggono una bandiera della pace record, lunga 50 metri e larga 30, a Ghent, in Belgio, il 21 settembre 2012. Foto Reuters.
Decine di persone sorreggono una bandiera della pace record, lunga 50 metri e larga 30, a Ghent, in Belgio, il 21 settembre 2012. Foto Reuters.

Così avvenne invece nel maggio 1915, quando l’Italia fu trascinata in guerra dalle agitazioni nazionalistiche e populiste degli interventisti, appoggiati da una parte della classe dirigente e da re Vittorio Emanuele III che, pochi anni dopo, avrebbe accettato la marcia su Roma di Mussolini e più tardi - nel 1938 - firmato le leggi razziste antiebraiche. Per annettere le “terre irredente”, Trento, Trieste e la Dalmazia, morirono più di 1.200.000 italiani, tra militari e civili. Una follia. La guerra ebbe un seguito negativo in Italia e in Europa. L’Italia, malgrado la vittoria, non si risollevò dal trauma bellico e scivolò fuori dal sistema liberale con il fascismo e la sua logica di violenza. La guerra rende i popoli peggiori attraverso esperienze disumane. Ricordare oggi, a cent’anni, il dolore e il sacrificio di tanti nella Prima guerra mondiale, impone la responsabilità di una politica pensata, non gridata, ancorata all’Europa, che soprattutto consideri la pace come un valore supremo.

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