Genny ha 16 anni, lavora in un bar ed ha un’abilità speciale nel portare il motorino. Vive con la mamma, che fa gli orli ai pantaloni e che ha bisogno di attaccarsi spesso all’ossigeno per andare avanti.
Tania di anni ne ha 15, studia, anche lei vive con la mamma, una poliziotta tutta d’un pezzo. Entrambi vivono a Napoli e i loro destini, in un giorno disgraziato, si incrociano fatalmente.
Genny accetta la proposta di un delinquentello di condurre il motorino per compiere uno scippo e raccattare qualche soldo, ma lo scippo si trasforma in tragedia. Irene, madre di Tania, decide di farsi giustizia da sola e si mette sulle tracce dei due ragazzi.
Con L’altra madre (Adelphi) Andrej Longo, di cui ricordiamo soprattutto Dieci, continua la sua esplorazione di quel microcosmo esistenziale, sociale e morale che è Napoli. Lo fa con una scrittura frutto dell’impasto fra italiano e dialetto e insistentemente sincopata e rapsodica, che vuole registrare oggettivamente quello che sta accadendo.
Non c’è denuncia, non c’è critica, non c’è analisi da parte dell’autore: è il racconto stesso della realtà che fa emergere implicitamente le contraddizioni, le assurdità, gli eterni problemi di una città e della sua gente.Che paiono irredimibili, al di là di ogni possibile riscatto o redenzione.
Fino a qui L’altra madre non mostra nulla di nuovo, ma dal momento in cui la scena si concentra sulla sete di vendetta della madre di Irene il romanzo cambia passo e prospettiva, generando le pagine più belle e sorprendenti. Ed è in questo imprevedibile movimento interiore della donna-poliziotta-madre che si nasconde l’unica via per modificare il corso di una storia già scritta.
(Per inciso, questa evoluzione nell'animo di Irene, dall'impulso cieco alla vendetta a qualcosa di nuovo e diverso, mi ha richiamato alla mente un altro bellissimo romanzo, Il rappresentante di Joseph O'Connor, nel quale l'autore irlandese racconta di come un uomo riesca a catturare e imprigionare l'assassino di suo figlio, con l'intenzione di vendicarsi crudelmente; prima che la vendetta si consumi, dentro di lui si faranno spazio inaspettatamente sentimenti diversi).
Come negli altri testi di Longo, anche qui gli uomini sono assenti, insignificanti o tutti presi a ritagliarsi un ruolo da duri nel teatro del malaffare. Solo la caparbietà e l’istinto della donne, delle madri, potranno disegnare un futuro diverso.
L’altra madre
di Andrej Longo
Adelphi pp. 198, euro 17,00
Scrittura: 7
Storia: 7,5
Copertina: 7