«Oggi», spiega Papa Francesco a commento del Vangelo dedicato al Battesimo di Gesù nel Giordano, «festeggiamo il Battesimo del Signore. Abbiamo lasciato pochi giorni fa Gesù Bambino visitato dai Magi. Ora lo ritroviamo adulto sulle rive del Giordano. La liturgia ci fa compiere un salto di circa trent’anni, trent’anni di cui sappiamo una cosa: furono anni di vita nascosta, che Gesù trascorse in famiglia, alcuni prima in Egitto, come migrante perseguitato da Erode, poi a Nazareth, obbedendo ai genitori, studiando, lavorando. Colpisce che la maggior parte del tempo sulla Terra il Signore lo abbia passato così, vivendo la vita di tutti i giorni, senza apparire. Secondo i Vangeli sono stati tre anni di predica, gli altri di vita nascosta in famiglia».
«È un bel messaggio per noi», fa notare Francesco, «Ci svela la grandezza del quotidiano, l’importanza agli occhi di Dio di ogni gesto e momento della vita, anche il più semplice e nascosto. Dopo questi trent’anni di vita nascosta inizia la vita pubblica di Gesù. E comincia proprio con il battesimo al fiume Giordano. Ma Gesù è Dio, perché si fa battezzare? Il battesimo di Giovanni consisteva in un rito penitenziale, era un segno della volontà di convertirsi, di essere migliori, chiedendo perdono dei propri peccati. Gesù non ne aveva certo bisogno, infatti Giovanni Battista cerca di opporsi, ma Gesù insiste. Perché? Perché vuole stare con i peccatori, per questo si mette in coda con loro e compie il loro stesso gesto. E lo fa con l’atteggiamento del popolo. Scende nel fiume per immergersi nella nostra stessa condizione. Battesimo infatti significa proprio “immersione”».
« Nel primo giorno del suo ministero», spiega ancora il Papa, « Gesù ci offre così il suo “manifesto programmatico”. Ci dice che non ci salva dall’alto con una decisione sovrana, un atto di forza, un decreto, ma venendoci incontro e prendendo su di sé i nostri peccati. Ecco come Dio vince il male del mondo: abbassandosi e facendosi carico. La vicinanza è lo stile di Dio dei nostri confronti come dice Dio a Mosè. È anche il modo in cui noi possiamo risollevare gli altri: non giudicando, non intimando che cosa fare, ma facendoci vicini, compatendo, condividendo l’amore di Dio. Dopo questo gesto di compassione di Gesù, accade una cosa straordinaria: i cieli si aprono e si svela finalmente la Trinità. Lo Spirito Santo scende in forma di colomba e il Padre dice a Gesù: "Tu sei il figlio mio l’amato". Dio si manifesta quando appare la misericordia, perché quello è il suo volto. Gesù si fa servo dei peccatori e viene proclamato Figlio: si abbassa su di noi e lo Spirito scende su di Lui. Amore chiama amore. Vale anche per noi: in ogni gesto di servizio, in ogni opera di misericordia che compiamo Dio si manifesta e pone il suo sguardo sul mondo. Ma prima ancora che facciamo qualsiasi cosa, la nostra vita è segnata dalla misericordia, che si è posata su di noi. Siamo stati salvati gratuitamente, la salvezza è gratis, un gesto gratuito di misericordia. Sacramentalmente questo avviene il giorno del nostro battesimo ma anche coloro che non sono battezzati ricevono la misericordia di Dio sempre, Dio si avvicina, aspetta. Ci accarezza con la sua misericordia. Quando è successo? Proprio il giorno del battesimo. Lì siamo stati immersi nell’amore di Cristo morto e risorto per noi. Lì abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo. Lì il padre ha detto a ciascuno di noi, come a Gesù: "Tu sei il Figlio mio, l’amato"».
Come altre volte nella stessa occasione Papa Francesco esorta i cristiani a celebrare la data del proprio battesimo: «Per questo il giorno del Battesimo va ricordato: è una data da segnare e celebrare ogni anno. Da allora e per sempre siamo figli amati di Dio. Possiamo pensare cose sbagliate e fare molti errori, ma rimaniamo sempre figli amati di Dio. È il primo punto della vita spirituale ci viene ricordato dal primo gesto pubblico di Gesù. La Madonna che ora preghiamo ci aiuti a custodire la nostra identità di essere “misericordiati” che sta alla base della fede e della nostra vita».
Dopo la benedizione, il primo pensiero è per i disordini avvenuti negli Stati Uniti: «Cari fratelli e sorelle, rivolgo un saluto affettuoso al popolo degli Stati Uniti d’America scosso dai recenti episodi di violenza al Congresso, prego per le cinque persone che hanno perso la vita, esorto le autorità dello Stato e l'intera popolazione a mantenere un alto senso di responsabilitaà al fine di rasserenare gli animi, promuovere la riconciliazione nazionale e tutelare i valori democratici radicati nella società americana. Prego Maria Immacolata, patrona degli Stati Uniti, perché continui a indicare la strada della cultura dell’incontro la via maestra per il bene comune da coltivare con tutti coloro che abitano in quella terra». Poi conclude: «Saluto voi che siete collegati attraverso i media, oggi a causa della pandemia non ho potuto celebrare come ogni anno il rito del battesimo nella Cappella sistina, desidero assicurare la mia preghiera ai bambini che erano iscrtitti, ai loro genitori e a tutti che quelli che in questi giorni nelle parrocchie ricevono l’identità cristiana e la grazia dal perdono. Domani riprenderemo la liturgia del tempo ordinario non stanchiamoci, chiediamo la grazia di vivere con amore le cose ordinarie».