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domenica 23 marzo 2025
 
angelus
 

Il Papa: «Abbiamo bisogno di riposo e compassione»

18/07/2021  Solo con una ecologia del cuore che rallenti le nostre corse sfrenate, siamo anche capaci di compassione, come Gesù, ricorda papa Francesco all'Angelus. Il Pontefice prega per le vittime dell'alluvione e per la situazione in Sudafrica e Cuba

Vicino alle popolazioni della Germania, del Belgio e dell’Olanda colpite da catastrofi e alluvioni. Preghiere per le popolazioni del Sudafrica e di Cuba perché possano costruire società più giuste e in pace, invito ai giovani di proseguire il cammino del Vangelo. Di nuovo affacciato alla finestra del palazzo apostolico dopo il ricovero al Gemelli, papa Francesco saluta la piazza e ricorda quanto sia importante, soprattutto in questo periodo, il riposo. Parla di «ecologia del cuore» e raccomanda quel riposo del cuore al quale anche Gesù invitava i suoi discepoli. «Agli Apostoli, che tornano dalle fatiche della missione e con entusiasmo si mettono a raccontare tutto quello che hanno fatto, Gesù rivolge con tenerezza un invito: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Invita al riposo». E questo per mettere in guardia da un pericolo che riguarda anche noi oggi: «Un pericolo, che è sempre in agguato, quello di lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù. Mettiamo sempre noi al centro. Per questo Egli invita i suoi a riposare un po’ in disparte, con Lui». Non si tratta, spiega il Papa solo di un riposo fisico, di uno staccare la spina, ma di un ritorno «al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro alle corse delle ferie. Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, ogni giorno in silenzio, nell’intimità con il Padre. Il suo tenero invito – riposatevi un po’ – dovrebbe accompagnarci: guardiamoci fratelli e sorelle dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio».

Ma il Vangelo dice anche che Gesù e i discepoli non possono riposare come vorrebbero perché sono seguiti dalle folle. Folle di cui Gesù ha compassione. La compassione, dice Francesco, «è lo stile di Dio. Lo stile di Dio è vicinanza, comprensione e tenerezza. Quante volte nel Vangelo troviamo questa frase: “Ne ebbe compassione!”». E allora, «commosso, Gesù si dedica alla gente e riprende a insegnare». Sembra una contraddizione con l’invito a riposare, ma, in realtà non lo è. «Infatti», spiega il Pontefice, «solo il cuore che non si fa rapire dalla fretta è capace di commuoversi, cioè di non lasciarsi prendere da sé stesso e dalle cose da fare e di accorgersi degli altri, delle loro ferite, dei loro bisogni. La compassione nasce dalla contemplazione. Se impariamo a riposare davvero, diventiamo capaci di compassione vera; se coltiviamo uno sguardo contemplativo, porteremo avanti le nostre attività senza l’atteggiamento rapace di chi vuole possedere e consumare tutto; se restiamo in contatto con il Signore e non anestetizziamo la parte più profonda di noi, le cose da fare non avranno il potere di toglierci il fiato e di divorarci». È quella che si chiama «”ecologia del cuore”, che si compone di riposo, contemplazione e compassione. Approfittiamo del tempo estivo per questo! Ci aiuta abbastanza».

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