Nel Vangelo di oggi, domenica 7 agosto, «Gesù parla ai discepoli per rassicurarli da ogni paura e per invitarli alla vigilanza». Con queste parole papa Francesco esordisce alla preghiera dell'Angelus rivolgendosi ai fedeli raccolti in piazza San Pietro. «Cristo rivolge loro due esortazioni fondamentali: la prima è non temere, la seconda è siate pronti». Il Papa spiega: «Si tratta di due parole chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata».
Francesco invita a soffermarsi su questi due inviti: «Non bisogna affannarsi e agitarsi. La nostra storia è saldamente nelle mani di Dio. Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte infatti ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia, di agonscia. E' la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere per accumulare beni, ricchezze, per ottenere sicurezze».
Ma con questo comportamento si finisce «per vivere nell'ansia, finiamo per vivere nella preoccupazione costante». Gesù invece ci rassicura dicendoci: «Fidatevi del Padre che desidera darvi tutto ciò che realmente vi serve», a cominiare da suo Figlio, Gesù. Il Pontefice ripete l'invito di Cristo: «Non temere: ecco la certezza a cui attaccare il cuore».Ma la certezza della vicinanza del Padre, sottolinea il Papa, «non ci autorizza a dormire, a lasciarci andare alla pigrizia. Al contrario, dobbiamo essere svegli, vigilanti. Amare infatti significa essere attenti all'altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare».
Il secondo invito che Gesù rivolge ai discepoli è: state pronti. «E' saggezza cristiana. Gesù ripete più volte questo invito e oggi lo fa attraverso tre brevi parabole». In tutte e tre c'è un unico messaggio di fondo: «Bisogna stare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti, non cedere alla pigrizia interiore».
Francesco prosegue: «Alla fine della nostra vita ci chiederà conto dei beni che si ha affidato. Per questo viigilare significa anche essere responsabili, cioè custodire e amministrare quei beni con fedeltà». Le città, l'ambiente in cui viviamo, la natura. Il Papa invita a una riflessione: «Proviamo a chiederci, abbiamo cura di questo patrimonio che il Signore ci ha lasciato?». E ancora: «Siamo custodi del Creato che ci è stato dato?». E ancora un monito ai fedeli: «Restiamo svegli, perché non ci succeda di addormentarci mentre il Signore passa». A questo proposito il Papa cita Sant'Agostino, il quale diceva: «Ho paura che il Signore passi e io non me ne accorga».
Dopo la recita dell'Angelus, il Papa ha rivolto ancora una volta il suo pensiero all'Ucraina, dicendo: «Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell'Ucraina delle prime navi cariche di cereali. Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti che giovano a tutti. Pertanto tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza e auspico di cuore che seguendo questa strada si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura».
Le notizie più recenti riferiscono di altre quattro navi cariche di prodotti alimentari partite dai porti del Mar Nero, dopo quelle partite nei giorni scorsi (la prima ha lasciato il porto di Odessa diretta verso Tripoli, in LIbano), come previsto dall'accordo firmato da Mosca e Kyiv a fine luglio, con la mediazione di Ankara. Una di queste navi è diretta verso l'Italia, a Monopoli, le altre tre in Turchia e in Cina. Tuttavia, l'offensiva russa sul territorio ucraino continua senza sosta: la scorsa notte sono stati lanciati 40 razzi vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. E il bilancio delle vittime continua a crescere: si calcola che più di 700 bambini siano rimasti uccisi dall'inizio della guerra.
Francesco ha voluto esprimere inoltre il suo dolore per la notizia dell'incidente stradale avvenuto ieri in Croazia, «nel quale alcuni pellegrini polacchi diretti a Medjugorje hanno perso la vita ed altri sono rimasti feriti». Ha ricordato infine che oggi si conclude il Pellegrinaggio europeo dei giovani a Santiago di Compostela. «Che la vostra vita sia sempre un cammino. Un cammino con Gesù Cristo, un cammino verso Dio e verso i fratelli, un cammino nel servizio e nella gioia».
(Foto Ansa sopra: la prima nave partita da Odessa diretta verso il Libano, carica di grano ucraino. In copertina: papa Francesco)