Il dolore del Papa per le migliaia di contagiati dal vaiolo delle scimmie, soprattutto nella Repubblica democratica del Congo. Francesco chiede di condividere gli strumenti e le tecnologie per arrestare questa nuova epidemia sempre più pericolosa . E intanto pensa anche all’«amato popolo del Nicaragua» che sta affrontando la repressione del regime. Lo incoraggia sottolineando che «lo Spirito Santo guida sempre la storia verso progetti più grandi» e chiede di affidarsi a Maria nel «momento della prova». Ma poi, mentre continua a «seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione russa» gli sorge «un timore per la libertà di chi prega» visto che è stata messa fuori legge la Chiesa ortodossa russa. «Chi prega veramente prega per tutti», ribadisce il Pontefice. «Se qualcuno commette il male contro il popolo.
Prima aveva spiegato il Vangelo del giorno che «ci riferisce la celebre risposta di San Pietro, che dice a Gesù», che gli chiede se vogliono andare via anche loro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Questa, dice il Papa «è un’espressione bellissima, che testimonia l’amicizia e la fiducia che lo legano al Cristo, assieme agli altri discepoli. Signore, da chi andremo, tu hai parole di vita eterna. Bello. Pietro la pronuncia in un momento critico. Gesù ha appena terminato un discorso in cui ha detto di essere il “pane disceso dal cielo”: è un linguaggio difficile da capire per la gente, e molti, anche discepoli, che lo seguivano lo hanno abbandonato.I Dodici invece no: sono rimasti, perché in Lui hanno trovato “parole di vita eterna”. Lo hanno sentito predicare, hanno visto i miracoli che ha compiuto e continuano a condividere con Lui i momenti pubblici e l’intimità della vita quotidiana. Non sempre comprendono quello che il Maestro dice e fa; a volte faticano ad accettare i paradossi del suo amore, le esigenze estreme della sua misericordia, la radicalità del suo modo di donarsi a tutti. Non è facile per loro capire, ma sono fedeli. Le scelte di Gesù spesso vanno oltre la mentalità comune, oltre i canoni stessi della religione istituzionale e delle tradizioni, al punto da creare situazioni provocatorie e imbarazzanti. Non è facile seguirlo. Eppure, tra i tanti maestri di quel tempo, Pietro e gli altri apostoli hanno trovato solo in Lui la risposta alla sete di vita, di gioia, di amore che li anima; solo grazie a Lui hanno sperimentato la pienezza di vita che cercano, oltre i limiti del peccato e perfino della morte. Perciò non se ne vanno: anzi tutti, tranne uno, pur tra tante cadute e pentimenti, rimarranno con Lui fino alla fine.
E, fratelli e sorelle, questo riguarda anche noi: pure per noi, infatti, non è facile seguire il Signore, comprendere il suo modo di agire, fare nostri i suoi criteri e i suoi esempi. Però, più gli stiamo vicini – più aderiamo al suo Vangelo, riceviamo la sua grazia nei Sacramenti, stiamo in sua compagnia nella preghiera, lo imitiamo nell’umiltà e nella carità –, più sperimentiamo la bellezza di averlo come Amico, e ci rendiamo conto che solo Lui ha “parole di vita eterna”. Allora ci chiediamo: quanto è presente Gesù nella mia vita? Quanto mi lascio toccare e provocare dalle sue parole? Posso dire che sono anche per me “parole di vita” eterna? A te fratello sorella domando. Le parole di Gesù sono per te, per me, parole di vita eterna? Maria, che ha accolto Gesù, Verbo di Dio, nella sua carne, ci aiuti ad ascoltarlo e a non lasciarlo mai».