No alla tentazione di approfittare di attività buone per i propri interessi. Non cita i recenti scandali di alcune organizzazioni umanitarie coinvolte in abusi sessuali, ma il pensiero è certamente rivolto anche a loro. Papa Francesco, commentando la cacciata dei mercanti dal tempio ricorda che «questo insegnamento di Gesù è sempre attuale, non soltanto per le comunità ecclesiali, ma anche per i singoli, per le comunità civili e per le società. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti». Non ha timore, Bergoglio, di dire chiaramente che questo «è un pericolo grave, specialmente quando strumentalizza Dio stesso e il culto a Lui dovuto, oppure il servizio all’uomo, sua immagine. Perciò Gesù quella volta ha usato “le maniere forti”, per scuoterci da questo pericolo mortale». Il Vangelo infatti, racconta che «Gesù scaccia i venditori dal tempio di Gerusalemme. Egli fece questo gesto aiutandosi con una sferza di cordicelle, rovesciò i banchi e disse: “Non fate della casa del Padre mio un mercato!”». Un’azione decisa, sottolinea il Papa che, però, non va interpretata come «un’azione violenta, tant’è vero che non provocò l’intervento dei tutori dell’ordine pubblico. Fu intesa come un’azione tipica dei profeti, i quali spesso denunciavano, in nome di Dio, abusi ed eccessi. La questione che si pose era quella dell’autorità. Infatti i Giudei chiesero a Gesù: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”, come a richiedere la dimostrazione che Egli agiva davvero in nome di Dio.
Per interpretare il gesto di Gesù di purificare la casa di Dio, i suoi discepoli si servirono di un testo biblico tratto dal salmo 69: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”». Questo salmo, continua Francesco, «è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che porta al sacrificio di sé, non quello falso che presume di servire Dio mediante la violenza. Infatti il “segno” che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione: “Distruggete questo tempio – dice – e in tre giorni lo farò risorgere”». Parlava del tempio del suo corpo, «Con la Pasqua di Gesù inizia un nuovo culto, il culto dell’amore, e un nuovo tempio che è Lui stesso. L’atteggiamento di Gesù raccontato nell’odierna pagina evangelica, ci esorta a vivere la nostra vita non nella ricerca dei nostri vantaggi e interessi, ma per la gloria di Dio che è l’amore».
Le parole di Gesù ci esortano e ci aiutano a «respingere il pericolo di fare della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale».