Il Papa ha appena finito gli esercizi spirituali, ma non si prende
pause. Dopo l'Angelus di mezzogiorno è prevista, nel pomeriggio, la
visita nella parrocchia di Guidonia, altra periferia della diocesi di
Roma. Intanto il Papa, ai fedeli raccolti sotto il sole a piazza San
Pietro, spiega il vangelo della Trasfigurazione, seconda tappa del
cammino quaresimale, dopo quella delle tentazioni nel deserto. «Gesù
prese consé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in
disparte, su un alto monte», recita il Vangelo di Matteo. «La montagna»,
spiega papa Francesco, «rappresenta il luogo della vicinanza con Dio e
dell’incontro intimo con Lui; il luogo della preghiera, dove stare alla
presenza del Signore. Lassù sul monte, Gesù si mostra ai tre discepoli
trasfigurato, luminoso; e poi appaiono Mosè ed Elia, che conversano con
Lui. Il suo volto è così splendente e le sue vesti così candide, che
Pietro ne rimane folgorato, tanto che vorrebbe rimanere lì, quasi
fermare quel momento. Ma subito risuona dall’alto la voce del Padre che
proclama Gesù suo Figlio prediletto, dicendo: "Ascoltatelo"».
L'ascolto è la cosa più importante: «Questa
settimana», esorta il Papa, «abbiamo nella testa e nel cuore questa
parola: "ascoltatelo". E questo non lo dice il papa, ma Dio.
"Ascoltate Gesù". Non dimenticare questo: seguire Gesù per ascoltarlo,
ma seguiamo Gesù anche nei suoi scritti, leggendo il Vangelo». E il Papa
chiede alla piazza se sono abituati a leggere il Vangelo.
«Voi
leggete tutti i giorni un passo del Vangelo?Alcuni sì e alcuni no, ma è
importante. Voi leggete il Vangelo?». E insiste suggerendo di tenere
sempre con sé un piccolo Vangelo, anche uno solo dei quattro e di
leggerne un brano in qualsiasi momento della giornata. L''appuntamento è
per domenica prossima: «Mi direte se avete tenuto il Vangelo con voi e
se lo avete letto. Sempre il Vangelo con noi perché è la parola di Gesù
per poterlo ascoltare».
E poi, dall'episodio della trasfigurazione il Papa coglie due elementi in particolare: «Salita e discesa. Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla montagna in uno spazio di silenzio,
per ritrovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Ma non
possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge
nuovamente a “scendere dalla montagna” e ritornare in basso, nella
pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche,
ingiustizie, povertà materiale e spirituale. A questi nostri
fratelli che sono in difficoltà, siamo chiamati a portare i frutti
dell’esperienza che abbiamo fatto con Dio, condividendo con loro la
grazia ricevuta». E la parola di Dio, portata ai fratelli
cresce. «Questa è una missione per tutta la Chiesa per tutti i
battezzati: ascoltare Gesù e offrirlo agli altri».
Infine nei saluti,
oltre alla preghiera per i passeggeri e i familiari dell'aereo
scomparso in Lamesia, un ricordo particolare «per la Comunità Papa
Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, che venerdì prossimo,
alla sera, guiderà per le strade del centro di Roma una speciale “Via
Crucis”per le donne vittime della tratta». «Sono bravi questi», aggiunge a braccio sorridendo dalla finestra.