Il Papa prega per i morti della frana in Colombia che ha provocato più di duecento morti all’Angelus e ricorda la situazione sempre più tragica nella Repubblica democratica del Congo dopo il fallimento della mediazione della Conferenza episcopale per arrivare ad una successione pacifica al presidente Kabila, con regolari elezioni. Il Papa ha spiegato che dalla regione del Kasai “continuano a giungere notizie di sanguinosi scontri armati che stanno provocando vittime e sfollamenti e che colpiscono anche persone chiese ospedali e proprietà della Chiesa”. Bergoglio ha assicurato la sua vicinanza “a questa nazione ed esorto tutti a pregare per la pace, affinché i cuori degli artefici di tali crimini non rimangano schiavi dell’odio e della violenza”. Poi Bergoglio ha accennato all’America Latina dove le situazioni del Venezuela e del Paraguay stanno preoccupando la diplomazia vaticana e le Conferenze episcopali locali: “Seguo con viva attenzione quanto sta avvenendo in Venezuela e in Paraguay. Prego per quelle popolazioni, a me molto care, e invito tutti a perseverare senza stancarsi, evitando ogni violenza, nella ricerca di soluzioni politiche”.
Poi il Papa parlando di Carpi ha ricordato Odoardo Focherini, laico dell’Azione cattolica, arrestato e poi ucciso in un campo di concentramento in Germania per aver aiutato gruppi di ebrei. Alla Messa era presenta la figlia Paola. Focherini, Giusto delle Nazioni, è stato proclamato beato qualche anno fa. Il vescovo di Carpi mons. Francesco Cavina, salutando il Papa al termine della Messa ha ricordato la presenza a pochi chilometri da Carpi del campo di concentramento di Fossoli, da dove sono transitati quasi tutti gli ebrei rastrellati nel ghetto di Roma e molti altri italiani prima di essere avviati verso la soluzione finale nei campi di concentramento in altre zone dell’Europa. Il campo dopo la guerra venne utilizzato da don Zeno Saltini per la prima esperienza di Nomadelfia. Poi ospitò i profughi dalmati. Il sindaco di Carpi Alberto Bellelli ha regalato al Papa un mattone proveniente dal campo di Fossoli. Anche la piazza dove il Papa ha celebrato la Messa ricorda il martirio di 16 antifascisti fucilati, dopo essere stati torturati, per rappresaglia dopo l’uccisione da parte dei partigiani del console della Milizia fascista della Repubblica di Salò. E nel Palazzo Pio che si affaccia sulla piazza c’è il Museo dei deportati con le frasi dei condannati a morte di tutta l’Europa e opere di Guttuso, Longoni e Picasso.
Il Papa, riferiscono fonti vaticane, è rimasto impressionato dal racconto di quanto accade nel campo di Fossoli che gli hanno fatto mettendogli nelle mani il mattone di una della baracche del campo. Il Papa al termine della Messa ha benedetto quattro pietre, tra cui una pietra che il vescovo Cavina ha portato dalla chiesa dalla cattedrale dell’Immacolata Concezione di Qaraqosh, nella Piana di Ninive, in Iraq, visitata dal vescovo due mesi fa, destinata al nuovo Centro di spiritualità a Sant’Antonio in Mercadello di Novi di Modena. Mons. Cavina insieme ad una delegazione di Aiuto alla Chiesa che soffre, ha potuto fare un sopralluogo nei villaggi cristiani della Piana di Ninive, liberati dall’esercito iracheno dopo che erano stati occupati dallo Stato islamico. E proprio a Qaraqosh, mons. Cavina ha celebrato una messa nella cattedrale siro-cattolica dell’Immacolata Concezione oggi del tutto distrutta. Si è trattato della prima celebrazione di un vescovo italiano nella Piana di Ninive dopo la liberazione.