Immediatamente dopo l'Angelus il Papa rivolge un appello ai fedeli riuniti in piazza San Pietro: «Vi chiedo di pregare ancora per l'Ucraina che sta vivendo una
situazione delicata mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare le incomprensioni e per costruire insieme il futuro della nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello affinché
sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia».
Un appello che il Papa, in questi giorni, aggiunge in tutte le sue uscite pubbliche sottolineando al sua particoalre vicinanza alle popolazioni coinvolte nel conflitto e chiedendo sempre, alle diverse parti e istituzioni di percorrere la via del dialogo e della ricomposizione pacifica.
Sotto la pioggia, c'era attesa fra i fedeli, per vedere, di persona, lo stato di salute del Papa dopo la notizia di «qualche linea di febbre» che gli ha consigliato di rinviare la visita al seminario maggiore di Roma. Papa Francesco, invece, è apparso in forma affacciandosi dalla finestra del Palazzo apostolico e ricordando subito che «Dio ci ama con nome e cognome».
C'è un invito alla fiducia verso un Dio che non ci dimentica e l'appello alla condivisione dei beni: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Pensando a tante persone che vivono in condizioni precarie, o addirittura nella miseria che offende la loro dignità, queste parole di Gesù potrebbero sembrare astratte, se non illusorie. Ma in realtà sono più mai attuali! Ci ricordano che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza. Finché ognuno cerca di accumulare per sé, non ci sarà mai giustizia». Una frase che il Papa ripete due volte, con forza, prima di continuare a istruire la piazza: «Se, confidando nella provvidenza di Dio, cerchiamo insieme il suo Regno, allora a nessuno mancherà il necessario per vivere dignitosamente».
Bisogna vigilare perché «un cuore occupato dalla brama di possedere è un cuore pieno di questa brama di possedere, ma vuoto di Dio. Per questo Gesù ha più volte ammonito i ricchi, perché è forte per loro il rischio di riporre la propria sicurezza nei beni di questo mondo. E la definitiva sicurezza è Dio. In un cuore posseduto dalle ricchezze, non c’è più molto posto per la fede, tutto è occupato dalla ricchezza. Se invece si lascia a Dio, il posto che gli spetta, cioè il primo, allora il suo amore conduce a condividere anche le ricchezze, a metterle al servizio di progetti di solidarietà e di sviluppo, come dimostrano tanti esempi, anche recenti, nella storia della Chiesa». Papa Francesco aggiunge a braccio che «la provvidenza di Dio passa attraverso il nostro servizio agli altri, il nostro condividere con gli altri. Se invece qualcuno accumula soltanto per se cosa gli succederà quando sarà chiamato da Dio e non potrà portare le ricchezze con sè?». E torna con un'immagine che aveva già usato nelle prime settimane del suo pintificato: «Il sudario non ha tasche. Noi portiamo in cielo soltanto quello che abbiamo condiviso con gli altri».