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lunedì 16 settembre 2024
 
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«No alla paura, andiamo avanti facendo del bene»

21/06/2020  Migranti, ambiente, persecuzioni. Papa Francesco esorta i cristiani ad andare avanti e a occuparsi degli ultimi senza cedere alla tentazione di sentirsi abbandonati da Dio.

Ricorda i papà, oggi festeggiati in tante parti del mondo, i migranti e «l’esigenza di assicurare la necessaria protezione anche alle persone rifugiate, per garantire la loro dignità e sicurezza», san Luigi Gonzales, morto a Roma giovane mentre si occupava dei malati di peste. Ricorda di occuparci dell’ambiente, ora che la chiusura imposta dal coronavirus ci ha riconsegnato città meno inquinate. Papa Francesco, affacciandosi per l’Angelus domenicale in una piazza oggi più piena di pellegrini, «vedo anche della bandiere di altri Paesi laggiù», parla dei diritti dei più deboli che il virus ha ulteriormente compromesso. E sprona tutti a fare di più, ad agire, da credenti, sulle orme del Vangelo. A costo della vita, come fanno in tante parti del mondo i martiri di oggi, uccisi solo perché cristiani e oggi sicuramente in numero maggiore che nel passato, sottolinea il Pontefice. Ma il martirio, spiega Francesco citando il Vangelo di oggi, è una delle prove per le quali Gesù invita i suoi discepoli a essere forti. Preparandoli per la missione, Gesù esorta i suoi «con insistenza a “non avere paura”, e descrive tre situazioni concrete che essi si troveranno ad affrontare». La prima situazione è quella delal tentazione di edulcorare la Parola di Dio . «In questo caso, Gesù incoraggia gli Apostoli a diffondere il messaggio di salvezza che Lui ha affidato loro. Per il momento, Lui lo ha trasmesso con cautela, quasi di nascosto. Ma loro dovranno dire “nella luce”, cioè apertamente, e annunciare “dalle terrazze”, così dice Gesù, cioè pubblicamente, il suo Vangelo».

La seconda difficoltà è, appunto, il martirio, «la minaccia fisica contro di loro, cioè la persecuzione diretta contro le loro persone, fino all’uccisione. Questa profezia di Gesù si è realizzata in ogni tempo: è una realtà dolorosa, ma attesta la fedeltà dei testimoni. Quanti cristiani sono perseguitati anche oggi in tutto il mondo! Soffrono per il Vangelo con amore, sono i martiri dei nostri giorni. Possiamo dire con sicurezza che son più dei martiri dei primi tempi. Tanti martiri, solo per essere cristiani».

Ma Gesù li incoraggia: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima».  La sola paura «che il discepolo deve avere è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia di Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato».

Infine la tentazione di sentirsi abbandonati da Dio, che sembra restare «distante e silenzioso. Anche qui esorta a non avere paura, perché, pur attraversando queste e altre insidie, la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce». Per essere discepoli occorre affrontare queste tre tentazioni «edulcorare il vangelo, annacquarlo, la seconda la persecuzione e la terza, la tentazione che Dio ci ha lasciati da soli. Anche Gesù ha sofferto questa tentazione nell’orto degli ulivi e sulla croce». Ma non dobbiamo avere paura perché «il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza della testimonianza di fede: “riconoscere Gesù davanti agli uomini” e andare avanti facendo del bene».

 
 
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