(Foto Ansa)
«Oggi in molti Paesi, tra i quali l’Italia, si celebra la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo». Con queste parole papa Francesco ha esordito nel discorso ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus. Ricordando le parole di Gesù nell’Ultima Cena riportate dal Vangelo, il Papa ha spiegato: «Ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, noi facciamo esperienza della nuova Alleanza, che realizza in pienezza la comunione tra Dio e noi. E in quanto partecipi di questa Alleanza, noi, pur piccoli e poveri, collaboriamo a edificare la storia secondo il progetto di Dio. Per questo, ogni celebrazione eucaristica, mentre costituisce un atto di culto pubblico a Dio, rimanda alla vita e alle vicende concrete della nostra esistenza».
L’Eucarestia è una presenza che libera gli animi dall’egoismo. Così, la festa del Corpus Domini «è scuola di amore concreto, paziente e sacrificato, come Gesù sulla Croce». Francesco ha ricordato le numerose processioni che, in occasione di questa festa, si svolgono in tante città italiane, «espressione della pietà eucaristica popolare». E ha aggiunto: «Anch’io questa sera, a Ostia - come fece il Beato Paolo VI 50 anni fa - celebrerò la Messa, a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento».
Dopo l’Angelus, il Papa ha chiesto un applauso per la beatificazione a Napoli di Suor Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani, fondatrice delle Suore apostole del Sacro Cuore. Ha poi ricordato la grave crisi politica che sta lacerando il Nicaragua e si è unito ai vescovi del Paese centroamericano contro le violenze che alcuni gruppi armati stanno perpetrando per reprimere le proteste sociali. Dallo scorso aprile il Nicaragua è teatro di grandi manifestazioni contro la controversa riforma del sistema previdenziale voluta dal Governo del presidente Daniel Ortega. La Conferenza episcopale nicaraguense ha sospeso il tavolo del dialogo nazionale, in cui riveste il ruolo di mediatrice. Il Pontefice ha assicurato la sua preghiera per le vittime e i loro familiari e ha lanciato un monito: «La Chiesa è sempre per il dialogo, ma questo richiede l'impegno fattivo a rispettare la libertà e soprattutto per la vita».
Francesco ha poi rivolto un saluto particolare «ai fedeli riuniti a Sotto il Monte, con il vescovo di Bergamo, nell’anniversario della morte di papa Giovanni XXIII», avvenuta nel 1963. Nel 60° anniversario dell'elezione di Angelo Giuseppe Roncalli a Pontefice - il 28 ottobre del 1958 - l’urna con le sue spoglie è tornata nella Diocesi di Bergamo: dal 27 maggio fino al 10 giugno a Sotto il Monte, il paese natale del “Papa della pace”, dove oggi 3 giugno alle ore 16 si svolgerà una concelebrazione con tutti i vescovi della Lombardia, presieduta dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini