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lunedì 07 ottobre 2024
 
angelus
 

"Gesù ci aspetta sempre, l'unica via per la vita nuova è l'umiltà di riconoscerci peccatori"

04/12/2022  Giovanni Battista, spiega papa Francesco, appariva duro perché era allergico alla doppiezza, all'ipocrisia e alla presunzione di chi si crede migliore degli altri. "Bisogna scendere dal piedistallo e immergersi nell'acqua del pentimento"

«Oggi seconda domenica di Avvento il Vangelo della liturgia ci presenta la figura di Giovanni Battista». Esordisce con queste parole papa Francesco alla preghiera dell'Angelus. Il testo, spiega il Pontefice, ci dice che Giovanni «portava un vestito di pelli di cammello, che il suo cibo erano locuste e miele selvatico e che invitava tutti alla conversione». il Battista appariva come «un uomo austero, un uomo radicale, che a prima vista può apparire un po' duro e ncutere un po' di timore. Ma allora ci chiediamo: perché la chiesa lo proone ogni anno come principale compagno di viaggio dutrante il tempo di di avvento? Cosa si nasconde dietro la sua severità?». Quale messaggio vuole comunicare la Chiesa attraverso la figura di Giovanni?

«In realtà, il Battista più che un uomo duro è un uomo allergico alla doppiezza». Il Papa porta un esempio: «Quando si avvicinano a lui i farisei e i sadducei, noti per la loro ipocrisia, la sua reazione allergica è molto forte. Alcuni di loro infatti probabilmente andavano da lui per curosità, o per opportunismo, perché Giovanni erano diventto molto popolare. Queri farisei e sadducei si sentivano a posto». Prosegue Francesco: «Tra doppiezze e presunzione non coglievano l'ocsasione di grazia, l'opportunità di cominciare una vita nuova. Erano chiusi nella presunzione di essere giusti». 

L'ipocrisia, avverte il Papa, «è il pericolo più grave, perché può rovinare anche le realtà più sacre». Per questo anche Gesù, come prima di lui il Battista, è duro con gli ipocriti.  Nel capitolo 23 del Vangelo di Matteo Gesù parla agli ipocriti del tempio con forza, per scuoterli. «Invece quelli che si sentivano peccatori accorrevano da Giovanni e confessando i loro peccati si facevano battezzare». Per accogliere Dio, allora, è necessaria l'umiltà, che ci permette di riconoscerci peccatori. Ognuno di noi deve dunque confessare a sé stesso le proprie mancanze. «Bisogna scendere dal piedistallo, immergersi nell'acqua del pentimento». Giovanni ci fa riflettere: «Non siamo anche noi a volte come quei farisei, magari guardiamo gli altri dall'alto in basso pensando di essere migliori di loro?». E dimentichiamo che «soltanto in un caso  è lecito guardare un altro dall'alto in basso: quando è necessario aiutarlo a sollevarsi».

L'Avvento è un tempo di grazia che ci permette di toglierci le nostre maschere, «e metterci in coda con gli umili, per liberarci dalla presunzione di crederci autosufficienti, per andare a confessare i nostri peccati, quelli nascosti, e accogliere il perdono di Dio». La via per la vita nuova è una sola: l'umiltà: «Purificarci dal senso di superiorità», e vedere negli altri dei peccatori come noi, vedere in Gesù «il salvatore che viene per noi»,  che ci accoglie così come siamo, con le nostre povertà, le nostre miserie, i nostri peccati, «con il bisogno di essere rialzati, perdonati e salvati». Francesco sottolinea ancora: «Con Gesù la possibilità di ricominciare c'è sempre. Mai è troppo tardi, mai». E aggiunge: Abbiate coraggio, Lui è vicino a noi». Cristo «non si stanca mai di noi». E un appello a tutti i fedeli: «Non lasciamo passare questo Avvento come i giorni del calendario, perché questo è un tempo di grazia» 

Al termine della preghiera dell'Angelus, il Papa ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti in piazza San Pietro. Salutando in particolare i pellegrini polacchi, ha ricordato la Giornata di preghiera e raccolta fondi per l'Europa dell'Est. Ha inoltre ricordato la solennità dell'Immacolata, l'8 dicembre: «Alla sua intercessione affidiamo la nostra preghiera per la pace, specialmente per il martoriato popolo ucraino».

 

(Foto Ansa)

 
 
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