Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 20 marzo 2025
 
Intervista
 

Anna Safroncik: "Per donare un sorriso farei di tutto"

23/03/2015  L’attrice ucraina torna con la terza stagione di “Le tre rose di Eva”. «Ma soffro per il mio Paese dove vive mio padre».

Sul suo prolo Twitter Anna Safroncik ha scritto: «La dignità di un artista sta nel suo dovere di tener vivo il senso di meraviglia nel mondo». Parole che lei spiega così: «Noi artisti abbiamo il dovere di ricordare a tutti che esiste qualcosa di più dei problemi del nostro quotidiano. Ricordare quanto sia importante trovare conforto nelle cose belle, nelle cose semplici. Mi sento realizzata solo se capisco che con il mio lavoro sono riuscita a rasserenare i cuori di chi mi segue. In particolare alle donne».
Quelle donne che aspettano con trepidazione l’inizio della terza stapergione di Le tre rose di Eva, la fortunata fiction di Canale 5 in onda da venerdì 20 marzo. Nelle nuove 14 puntate, rivedremo Anna nei panni di Aurora Taviani, alle prese con nuovi misteri sul suo passato e con l’amore tormentato con Alessandro (Roberto Farnesi), che non si rassegna al fatto di averla persa.

- Come spieghi il successo di questaserie?

«Perché alla ne è una favola, con i buoni e i cattivi, tanti misteri da risolvere e un paesaggio incantato come la campagna toscana. Una favola che ticonsente di evadere dalla realtà quotidiana.Di questi tempi, non è poco. Epoi c’è l’amore che, nonostante tutte le difcoltà, alla ne vince sempre.Una cosa che, a me per prima, piace tantissimo».

- Qual è stata la scena più impegnativache hai girato?

«Non posso fornire molti dettagli per non rovinare la sorpresa, ma proprio nella prima puntata Aurora si troverà in grande pericolo ché finirà sott’acqua in un torrente. Abbiamo girato a dicembre, con dei sommozzatori che riprendevano me e Roberto Farnesi indicandoci come recitare. Quando sono uscita ero congelata, ma ne è valsa la pena».

- Il tuo personaggio è anche madre di una bambina. Ti piace questo ruolo? 

«Sì, tantissimo. Anche se non sono ancora madre, quando ero adolescente ho cresciuto mia sorella che ha 12 anni in meno di me».

- Hai appena finito di girare un film, Il traduttore, con Claudia Gerini. Ce ne puoi parlare? 

«È un film di denuncia in cui interpreto un ruolo opposto a quello di male a una mosca e piango per niente».

- Dopo una prova così, non ti viene voglia di girare una bella commedia? 

«Certo. Nel mio futuro ci saranno anche delle commedie romantiche. Una l’ho già girata. Si intitola Poli opposti e ne sono protagonista accanto a Luca Argentero. Lì sono tornata a essere me stessa, una che per regalare un sorriso sarebbe disposta a tutto».

- La scorsa estate sei stata a Hollywood. Come l’hai trovata? 

«Come la immaginavo. Di sicuro, se anche dovessi lavorarci, non ho nessuna intenzione di trasferirmi lì. Da quando avevo 11 anni ho la fortuna di vivere in un Paese bellissimo. E poi negli Stati Uniti non fanno la pastasciutta come da noi e io senza non potrei vivere».

- Com’è stata la tua infanzia in Ucraina? 


«Felicissima. Mia mamma faceva la ballerina classica e mio papà il tenore. Così sono cresciuta in teatro. E poi in quel periodo i miei si amavano molto».

- In seguito invece si sono separati e tu sei venuta con tua madre in Italia. E tuo padre? Canta ancora?

«Sì, è sempre all’Opera di Kiev. Vado a trovarlo appena posso, anche se ora a causa della guerra è diventato più complicato».

- Cosa lo fa più soffrire? 

«L’insensatezza della guerra. Noi non sappiamo perché combattiamo. Lo scrivono anche tanti filorussi sui social network, invocando la pace. Il problema è che ci sono forti interessi a che la guerra continui, ma non dobbiamo perdere la speranza. Mio padre, continuando a cantare, fa proprio questo».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo