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sabato 26 aprile 2025
 
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Invece ero bianca

05/10/2016  Un audio libro ricorda Annalena Tonelli, la missionaria laica uccisa in Somalia 13 anni fa. Una donna fragile che non aveva paura, che si sentiva somala, per aver condiviso la vita dei più poveri in quel Paese. Oltre 30 anni vissuti insieme alle popolazioni stremate dalle guerre per mettere i più deboli al primo posto. Uccisa con due colpi alla nuca nel centro di assistenza da lei fondato.

«Non vogliamo commemorare nessuno, solo porci nel filone del discepolato cristiano». Don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana conclude così la tavola rotonda di presentazione dell'audiolibro "Invece ero bianca" dedicato ad Annalena Tonelli, la missionaria italiana uccisa a Borama, in Somalia, il 5 ottobre di 13 anni fa. Il sedicesimo della collana voluta da Caritas italiana e dalla Rete europea risorse umane. «L'ho vista operare e ne ho colto l'assolutezza. Era piccola, fragile e indifesa, ma era una donna che non aveva paura e dunque poteva farne tanta», racconta Carmen Lasorella che ha firmato al prefazione del volumetto. «Non faceva parte di organizzazioni umanitarie o di volontariato, né di congregazioni o di ordini religiosi, non aveva finanziatori alle spalle. Poteva avere solo amici e devoti. La sua storia è più di un esempio, è straordinaria», continua la giornalista. E fra gli amici c'erano anche quelli della Caritas, un coro che si sente nell'audio libro assieme alle sue parole. La ricorda Silvio Tessari, con lei in Somalia per oltre tre anni e che distilla dalla sua vita e dalle sue parole una ricetta con tre punti fermi: studiare i problemi, conoscerli, bando alle improvvisazioni e ai dilettantismi. Secondo: imparare a parlare con il cuore e al cuore, soprattutto a chi non ci conosce e che tu non conosci. Infine essere pronti al confronto e all'affronto, perché dove si muove il bene si muove anche il male». A ricordare questa donna, laureata in legge, ma impegnata per 30 anni nell'assistenza sanitaria, insignita dall'Unhcr del premio Nassen per l'assistenza ai rifugiati, uccisa da due sicari con un colpo alla nuca nel centro che aveva fondato e che dirigeva in Somalia, anche il cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas che ricorda il «desiderio che ci univa di batterci per la sopravvivenza e l'affermazione dei diritti fondamentali di popolazioni stremate da anni di violenza insensata». Un impegno che Annalena portava avanti in nome del Vangelo sapendo, come lei stessa ha dichiarato che «i piccoli, i senza voce, che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di Dio, sono i i suoi prediletti, hanno bisogno di noi e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ci ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre... I poveri ci attendono».

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