Abbiamo fatto di cuore il corso più quotato e lungo per fidanzati, ci siamo sposati in chiesa da veri credenti, abbiamo frequentato gruppi famiglia, funzioni religiose... ma ultimamente lui mi sembra tiepido, forzato, anche alla Messa domenicale con le due figlie. Allora gli ho chiesto: «Ma tu credi?». Mi ha risposto di no, che non sapeva come dirmelo, che si era sempre sentito trascinato, che apprezza la mia fede ma... Sono caduta dalle nuvole! Che fare? ELISABETTA
— Mi sembra che tu abbia fatto una vera azione di fede, cara Elisabetta: hai sentito che involontariamente stavi forzando tuo marito (e forse fin da fidanzati!) e allora gli hai posto la domanda: «Ma tu credi?». È la domanda del rispetto, della fiducia: hai testimoniato un Dio che non si stanca di volerci liberi, e non si stanca di aspettarci. Mai. Ma ora ti assalgono i dubbi, dal momento che tuo marito – ora che è stato sincero – si sente esonerato dal partecipare a tutte le iniziative religiose che tu – senza volerlo – gli imponevi; viene solo a Messa alla domenica per dare il buon esempio ai vostri due figli. E tu lo guardi come se fosse uno sconosciuto! E lui – mi racconti – cerca di rassicurarti: dice che apprezza la tua fede, che anzi vorrebbe che i vostri due figli crescessero con la tua fede. Sostiene che non si è sentito costretto (anzi, come dice lui, «violentato» da te), perché in fondo ti ammirava così tanto nella tua fede e nelle tue capacità di contatto con i gruppi che si è lasciato «volentieri contagiare» da te. Tutto questo tu mi spieghi nella tua lunga lettera.
Ma ora ti trovi un po’ frastornata, stordita, ti trovi a pensare: “Ma io lo conosco davvero quest’uomo?”. Vedi, cara Elisabetta, gli umani cambiano, non sono sempre uguali a loro stessi: anche tu! Tu hai sentito il vivo dovere di porre a tuo marito la domanda (come la chiami tu) e lui ti ha risposto.
Con coraggio, pari al tuo. Ora non gli rinfacci nulla e fai bene. Sai che c’è un Pastore che cerca la pecora smarrita «finché non la trova» (Luca 15). Fidati di quel Pastore a cui tuo marito preme più che lui a te stessa. Ora sei chiamata a un passo oltre, un vero passo di fede: scoprire che non c’è un “modellino” di fede a cui adeguarsi, perché l’atto di fede è creativo, mai raggiunto una volta per tutte! E spia con stupore e meraviglia il suo modo di avere fede, come quando dice che apprezza la tua. E sorridigli! Grazie