«Concedi alla tua Chiesa un tempo di grazia penitenza e perdono per rinnovarsi interiormente e camminare fedelmente nelle tue vie». Il vescovo di Roma, papa Francesco, sosta davanti alla porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma. Poi pronuncia la formula di rito: «È questa la porta del Signore apritemi le porte della giustizia per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa Signore» e apre la porta che resterà spalancata per tutto l'anno giubilare. Dopo quella di Bangui e di San Pietro, insieme con quella di San Giovanni in Laterano oggi si aprono le porte sante in tutte le diocesi del mondo.
La Porta Santa di San Giovanni in Laterano, opera in bronzo del maestro Floriano Bodini, ha richiesto due anni e mezzo di lavoro ed è stata installata alla fine del 2000.
Varcare questa porta, e tutte le porte sante della misericordia, ridona speranza, ha spiegato nell'omelia papa Francesco.
«Inizia il tempo del grande perdono», dice Bergoglio. Bando alla tristezza, bando all'amarezza e ai dubbi. «Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che
feriscono questa nostra umanità. La venuta del Signore, però, deve riempire il nostro cuore di gioia. Il profeta, che porta inscritto nel suo stesso nome – Sofonia – il contenuto del suo annuncio, apre il nostro cuore alla fiducia: “
Dio protegge” il suo popolo. In un contesto storico di grandi soprusi e violenze, ad opera soprattutto di uomini di potere, Dio fa sapere che Lui stesso regnerà sul suo popolo, che non lo lascerà più in balìa dell’arroganza dei suoi governanti, e che lo libererà da ogni angoscia.
Oggi ci viene chiesto che “non ci lasciamo cadere le braccia” (cfr Sof 3,16) a causa del dubbio, dell’impazienza o della sofferenza
».
Lo stesso semplice gesto di aprire le porte sante è un invito, nonostante tutto, alla gioia. Sapendo che
al cristiano è chiesto qualcosa di più della semplice osservanza della legge: è chiesto di perdonare, di essere testimone della giustizia.
«Dio non ama le rigidità», aggiunge a braccio papa Francesco nell'omelia, «lui è padre, è tenero, tutto fa con tenerezza di padre». E così anche il cristiano, sul suo esempio è chiamato a un «cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre. La gioia di attraversare la Porta della Misericordia si accompagna all’impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini. È di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni».