Dopo la relazione del
cardinale Péter Erdő sono intervenuti nella discussione molti padri
sinodali, segno che si tratta davvero di un “working in progress”,
come ha spiegato ai giornalisti ieri monsignor Bruno Forte, segretario
speciale del Sinodo. E’ stato un “confronto aperto” scrive l’ “Osservatore Romano”. Sono
intervenuti tutti i cardinali più importanti e con posizioni
diverse: Kasper, Pell, Caffarra, Scola, Burke, Schoenborn, Ouellet,
Mueller, Dolan. Scherer, Vingt-Trois.
Sono emerse, riferisce il
quotidiano vaticano, sull’ammissione dei divorziati risposati
all’Eucarestia “le diverse linee già espresse nei giorni
scorsi”. Gli interventi hanno precisato ulteriormente, a quanto si
apprende, i contorni della questione, soffermandosi sul significato
di gradualità e di accoglienza, comprese, spiega l’Osservatore “le
loro implicazioni pratiche e senza mai mettere in discussione
l’unicità, la fedeltà e l’indissolubilità del matrimonio
cristiano”. Il quotidiano sottolinea che è stato ricordato anche
che “al Sinodo non si tiene un referendum, ma un dialogo”. Alcuni
interventi hanno trattato della questione degli omosessuali ed è
stata chiesta, spiega sempre l’ Osservatore “una formulazione che
tenga conto delle persone, ma che non contraddica in alcun modo la
dottrina cattolica su matrimonio e famiglia”.
Sulla relazione e sul
dibattito in corso sono intervenuti ieri anche due importanti
cardinali che già alla vigilia avevano espresso contrarietà alle
tesi di Kasper. Il prefetto della Congregazione per la dottrina delle
fede il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller ha contestato la decisione
di non rendere pubblici gli interventi in aula, anche se ha ammesso
che nel Sinodo vi è stata una buona discussione. Il cardinale americano Raymond Leo
Burke, prefetto della Segnatura apostolica, ha parlato invece in
un’intervista che uscita martedì 14 ottobre sul Foglio di “informazione
manipolata”: “L’informazione viene manipolata e c’è un
numero consistente di vescovi che non accetta le idee di apertura, ma
pochi lo sanno”. Secondo Burke si da rilievo “solo ad una tesi”
e tutto ciò “provoca un grave danno per la fede”. Il prefetto
della segnatura spiega che già 30 anni fa si discuteva di una nuova
disciplina sul tema della comunione, poi “da febbraio ha ripreso
vigore e la si è lasciata colpevolmente crescere. Ma tutto questo
deve finire”. Burke dice di attendersi un “pronunciamento” del
papa, che “può solo essere in continuità con l’insegnamento
dato dalla Chiesa in tutta la sua storia”.
Da ieri pomeriggio il
dibattito tra i padri sinodali si sta svolge nei 10 gruppi
linguistici definiti “circoli minori”.