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giovedì 15 maggio 2025
 
l'iniziativa
 

Un ulivo per l'educazione e la promozione della pace nelle nostre città

19/03/2024  E' la richiesta inviata a 300 sindaci italiani dal poeta, scrittore e attivista di origine senegalese Cheikh Tidiane Gaye. "La posa dell’albero può essere l’inizio di un percorso che rafforzi in tutti la conoscenza delle condizioni necessarie perché la pace regni tra tutte le genti, in ogni angolo della terra"

«Vi è sempre più forte la necessità di un cambio di passo e di un impegno più incisivo nella lotta contro le guerre: la situazione della politica internazionale in Palestina, Israele, in Russia e in Ucraina dovrebbe insegnare che la Pace va coltivata. In qualità di poeta e scrittore, sento fortemente la necessità di un’azione sempre più decisa, più forte per fare fronte a queste guerre e contribuire a un futuro più sereno e sicuro per noi e le future generazioni». Si apre con queste dichiarazioni l'appello ai Sindaci italiani per la piantumazione dell'ulivo per l'educazione e la promozione della pace lanciato da Cheikh Tidiane Gaye, poeta e scrittore per la pace, di origine senegalese, presidente dell'Accademia internazionale Léopold Sédar Senghor.

«Ho deciso di inviare una richiesta a più di 300 sindaci italiani chiedendo a loro che venga piantato l’ulivo della pace. “Restiamo umani”, sensibilizziamo, educhiamo, promuoviamo la pace nelle scuole e tramite le nostre azioni politiche per il governo delle nostre Città. Non possiamo farlo restando nello stesso modo di sempre, dobbiamo attingere dall’umano il meglio, ricercare nuove sensibilità, impiegare tutta l’intelligenza, ampliare la nostra conoscenza. La posa dell’albero può essere l’inizio di un percorso che raƯorzi in tutti la conoscenza delle condizioni necessarie perché la pace regni tra tutte le genti, in ogni angolo della terra. Possiamo diventare semi di pace per germogliare un’umanità di alberi di pace e favorire una convivenza basata sulla libertà, la solidarietà, l’amore tra i popoli. È ormai da anni che promuovo queste idee e vorrei questa volta suggerire i politici locali a portare avanti questa idea».  

Residente in Italia, ad Arcore (provincia di Monza e della Brianza), da tanti anni, Cheikh Tidiane Gaye è una delle voci più note della letteratura migrante in lingua italiana. E' stato il primo africano a tradurre in italiano i versi di Senghor, poeta senegalese nonché primo presidente del Senegal dopo l'indipendenza, dal 1960 al 1980. In Italia promuove iniziative in favore della pace attraverso la cultura e in particolare la poesia. 

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