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«Siamo fratelli»: appello raccolto, oltre ventimila musulmani nelle chiese italiane

31/07/2016  Un concreto segno di vicinanza e di pace dopo l'omicidio di pade Jacques Hamel. E' accaduto in Francia. E in Italia: da Torino a Napoli, da Milano a Trieste, delegazioni di comunità islamiche hanno partecipato alle Messe. L'apprezzamento del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

L'appello non è caduto nel vuoto. Nè in Francia. Nè in Italia. Delegazioni islamiche hanno partecipato alle Messe in segno di fraternità, di pace, di cordoglio. L'omicidio di padre Jacques Hamel, l'ottantaseinne sacerdote sgozzato mentre celebrava, nella chiesetta di Saint-Étienne-du-Rouvray, non lontano da Rouen, ha scosso la comunità musulmana. Almeno quella europea.

A uno dei due terroristi killer, Adel Kermiche, sono stati negati i funerali religiosi: «Quello che ha fatto è un gesto impuro, non vogliamo macchiare l'islam", ha detto Mohammed Karabila, presidente del consiglio regionale islamico della Normandia e direttore della moschea Yahya di Saint-Étienne-du-Rouvray. Il Centro francese per il culto musulmano ha poi invitato i musulmani d'oltralpe a recarsi a Messa per dare ai cattolici «un segno di solidarietà». Le iniziative sono state fin qui diverse. Una veglia è stata organizzata nella parrocchia di Saint-Étienne e nella cattedrale di Rouen; venerdì a Tolosa 200 tra musulmani e cattolici hanno marciato insieme e altri due cortei hanno sfilato nelle cittadine di La Rochelle e Périgueux; a Lione Les Alternatives catholiques hanno organizzato una 'marcia di fratellanza' mentre una manifestazione ecumenica si è svolta a Bordeaux.

La Coreis (Comunità religiosa islamica italiana) ha rilanciato l'invito: oggi suoi delegati hanno portato il saluto in chiesa in tante città, dal Nord al Sud del Paese, da Milano a Trieste e a Palermo, da Torino (scelto il Santuario della Consolata, cuore mariano della città) a Napoli (nel Duomo).  Forti le parole dell'imam Ahmed El Balazi di Vobarno nel Bresciano, che ha preso le distanze dai terroristi definendoli «criminali e falliti»:  «Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto. Questa gente sporca troppo la nostra religione ed è brutto sapere che tanti considerano tutti i musulmani terroristi, non è così.

A Santa Maria in Trastevere, a Roma, tre imam hanno assistito alla messa, mentre a Milano la partecipazione delle comunità islamiche alla celebrazione eucaristica rappresenta "una testimonianza di compartecipazione sacrale, che vede contemporaneamente portare un segno di vicinanza spirituale" alla comunità cristiana, spiega l'imam Muhyiddin Bottiglioni, partecipando alla visita degli imam e dei rappresentanti religiosi della Coreis nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio, a Milano, prima dell'inizio della messa domenicale.

«Qui siamo a casa. Oggi la nostra presenza in chiesa è simbolica per mandare un messaggio contro il terrorismo, ma la collaborazione esiste da tanto tempo. Tutte le religioni sono religioni di pace, fratellanza e uguaglianza. Dobbiamo avere coraggio, noi imam, per affrontare il terrorismo. Voi persone di fede siete pronte a collaborare con noi per evitare questa maledizione». Lo hanno detto gli imam durante la Messa a Santa Maria in Trastevere.

Apprezzamento è stato espresso, attraverso dichiarazioni raccolte dal quotidiano Avvenire, dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). «Siamo molto lieti e molto grati, insieme alle nostre comunità cristiane, grati di questa pronta risposta a un appello che aspettavamo. È una condanna netta e permanente, senza se e senza ma». 

Da Cracovia, dove ha partecipato assieme ai giovani italiani alla Gmg conclusasi oggi, il cardinale Bagnasco ha aggiunto: «Il fatto è che non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando. È vero infatti che il mondo musulmano è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d’accordo. E ora mi pare che si vada in questa direzione. La religione vera porta sempre all’amore, alla pace, illumina la vita, tutto ciò che invece che si tinge di morte può dirsi religioso ma non lo è, mai. La condanna della violenza fondamentalista ha un grande valore che unifica e supera tutte le distinzioni… La primissima risposta al fondamentalismo barbaro e brutale deve arrivare dal mondo islamico, perché se chi pratica la violenza si sente circondato da una condanna netta, chiara, permanente, senza paura credo dovrà prenderne atto». L’arcivescovo di Genova si è augurato, infine, che questo sia «l’inizio di un percorso nuovo” perché «sappiamo tutti che la crisi dell’Europa prima che politica è spirituale» e occorre dunque riaffermare «il primato dello spirito, che significa elevare l’uomo a un livello più alto di pensiero, di azione e di sentire. Credo che questo sia un valore condiviso da tutte le religioni».

«Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo», ha dal canto suo commentato, in un  tweet, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

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