Papa Francesco indica come testimone di carità «Santa María Antonia de Paz y Figueroa, detta “Mama Antula”. “Toccata” da Gesù grazie agli Esercizi spirituali, in un contesto di miseria materiale e morale, si è spesa in prima persona, tra mille difficoltà, perché tanti altri potessero vivere la sua stessa esperienza». Nella messa di canonizzazione il Pontefice ricorda che la donna argentina, la prima santa del Paese, «ha coinvolto migliaia di persone e fondato opere vive anche ai nostri giorni. Pacifica nel cuore, girava “armata” di una grossa croce di legno, di un’immagine dell’Addolorata e di un piccolo crocifisso che portava al collo, a cui era aggrappata una statuina di Gesù Bambino. Lo chiamava “Manuelito”, il “piccolo Dio con noi”. “Toccata” e “guarita” dal “piccolo Dio dei piccoli”, per tutta la vita lo ha annunciato, senza stancarsi perché convinta, come amava ripetere, che “la pazienza è buona, ma la perseveranza lo è di più”».
All’inizio della celebrazione il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei santi, ne ha letto la biografia che riportiamo integralmente:
"Maria Antonia di San Giuseppe de Paz y Figueroa, conosciuta come Mama Antula, nacque nel 1730 nella provincia di Tucumán in Argentina. Si hanno poche informazioni della sua infanzia e gioventù. A 15 anni entrò a far parte di quel gruppo di ragazze e donne pie che si chiamavano “Beate” e che, comprendendo il grande bene spirituale che portavano, assistevano i Padri Gesuiti nel tenere degli esercizi spirituali; vestivano l’abito della Compagnia di Gesù ed emettevano privatamente i voti. La Beata Maria Antonia fu particolarmente attiva sul versante della carità e del servizio verso i più bisognosi.
Nel 1767 la Compagnia venne soppressa, lasciando le missioni, i collegi e anche le case per gli esercizi. La Beata Maria Antonia ebbe l’ispirazione di portare avanti lei stessa il lavoro apostolico degli esercizi spirituali e visse questa ispirazione come una vera vocazione e missione di laica consacrata. Ottenuto il permesso dal proprio confessore, dal Vescovo e dal Magistrato della città, a partire dal 1768 promosse e organizzò corsi di esercizi a Santiago del Estero e in vari luoghi della provincia di Tucumán.
Si presentava alla gente in tutta semplicità, la invitava con ogni mezzo allora disponibile, chiedeva a qualche religioso o sacerdote di dettare le meditazioni, cercava un luogo capace di accogliere tutti. A ogni necessità provvide con le elemosine che riceveva. Non nascondeva il sogno che l’accompagnò tutta la vita, cioè di vedere ristabilita la Compagnia di Gesù: ogni mese per questo faceva celebrare Messe, affidando la sua intenzione all’intercessione di San Giuseppe, al quale era molto devota e del quale scelse di portare il nome, in aggiunta a quello datole nel Battesimo.
Si trovava a Cordoba quando fu ripetutamente invitata a raggiungere Buenos Aires: vide in ciò un segno della volontà di Dio. Arrivò a Buenos Aires alla fine del 1779. Era scalza e portava con sé un crocifisso. Trovò riparo nella chiesa di Nostra Signora della Pietà, che fu poi la sua ultima residenza, e affidò il proprio apostolato alla Vergine dei Dolori, venerata in quella chiesa.
Dopo una iniziale diffidenza da parte del Vescovo e delle autorità locali, fu soprattutto la bontà della sua opera a convincere della sua rettitudine. Iniziò a promuovere gli esercizi in una casa, non lontano dalla a chiesa di San Michele. Si dava da fare per settimane e settimane, con pochissimi giorni di pausa. Il Signore coronava i suoi sforzi con grazie sempre più abbondanti. Partecipavano ai corsi da lei organizzati persone provenienti da tutte le classi sociali, nonché personalità importanti e membri del clero. Nel gennaio 1783 si spostò in una casa più grande, nel barrio dell’Ospedale, vicino alla chiesa di Monserrat. Fedele allo spirito della Compagnia di Gesù, la Beata Maria Antonia tutto compiva per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime. Si compirono così cinque anni dall’inizio dell’attività di Mama Antula a Buenos Aires, non senza che sentisse il peso degli anni e il carico del proprio impegno. Chiese al Signore la grazia di portare avanti il lavoro, mostrando lo stesso vigore e lo stesso entusiasmo. Profondamente innamorata di Cristo crocifisso, vivo e presente nell’Eucaristia, nutriva una devozione speciale verso Gesù Bambino, che chiama affettuosamente «Manuelito». In tutto il tempo del suo apostolato l’accompagnarono grazie peculiari. Alcune donne, che condividevano la sua attività e i suoi ideali, diedero inizio a un «Beaterio», che assicurasse continuità all’opera degli esercizi spirituali. Nel 1785 la Beata Maria Antonia chiese e ottenne dalla Sede Apostolica speciali indulgenze per coloro che partecipavano agli esercizi spirituali da lei organizzati.
Fra il 1790 e il 1792 si recò in Uruguay, per promuovere gli esercizi spirituali a Colonia del Sacramento e Montevideo. Tornata a Buenos Aires, concepì il proposito di costruire una Casa per gli esercizi spirituali che consentisse alla sua opera di proseguire nel tempo. Con l’aiuto di benefattori, riuscì a completare il lavoro. Si calcola che in otto anni di attività abbia organizzato esercizi spirituali per oltre 70000 persone.
Malata, ma felice di aver realizzato quanto più desiderava, ossia la casa per gli esercizi spirituali a Buenos Aires, il 6 marzo 1799 fece scrivere il proprio testamento e il giorno successivo rese a Dio la sua anima. Sepolta poveramente nel cimitero della Pietà di Buenos Aires, il 12 luglio se ne celebrarono i funerali solenni nella chiesa di San Domenico. Da subito la fama di santità di Mama Antula prese a diffondersi e tuttora perdura nel tempo. I suoi resti mortali riposano nella Basilica di Nostra Signora della Pietà a Buenos Aires. Fu beatificata a Santiago del Estero il 27 agosto 2016.